Un ecosistema completo. Impresa green, sostenibile al 100%, con un fatturato stimato di 10 milioni di euro, 103 soci conferitori di latte e 135 dipendenti. A ciò si aggiungono i frantoi e le industrie agrumarie del territorio che forniscono, rispettivamente, la sansa ed il pastazzo per la produzione di energia e risolvono così il problema degli scarti.
Siamo a Candidoni, nel cuore della piana di Gioia Tauro, paesino di circa 400 anime in provincia di Reggio Calabria, a pochi passi da Rosarno dove lo sfruttamento delle risorse del territorio spesso si è tradotto in lavoro nero e fenomeni di caporalato. È da qui che parte la storia della “Fattoria della Piana”, che è “un sistema, più che un'azienda, che sta promuovendo un territorio”, come rimarca Carmelo Basile. Un'eccellenza della Calabria e di tutto il Sud Italia, marcatamente improntata all’innovazione tecnologica – soprattutto nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili -, produttiva e sociale. “Oggi – spiega Basile – la Fattoria della Piana si muove su più fronti. È un'azienda sostenibile ambientalmente, che produce molta più energia di quella che consuma.

Tre i centri nevralgici della “Fattoria della Piana”: il Caseificio, che produce formaggi applicando nuove tecnologie a secolari ricette di caseificazione; la Masseria della Piana, ristorante agricolo con cucina casereccia ricavato da un’antica stalla; la Centrale Agroenergetica, impianto tecnologico che consente alla Fattoria di essere energeticamente autonoma e totalmente ecosostenibile. Con una potenza elettrica di 998 kW, è la più grande centrale agroenergetica del Centro e Sud Italia. Il centro aziendale, inoltre, ospita circa mille bovini in una moderna stalla e con una grande attenzione al benessere animale.
L'aziende agricola nasce nel 1936, ma è solo quando si è aperta al territorio “che – racconta l'amministratore – è diventata più forte e competitiva, arrivando ad oggi con l'esportazione del 40% dei prodotti tra Stati Uniti e Canada”.

Carmelo Basile, che è entrato nell’azienda come contabile per poi diventarne in breve tempo amministratore, ha da subito compreso che il modo per far decollare la “Fattoria della Piana” sarebbe stato un cambio di prospettiva. I problemi devono diventare risorse, si è detto: “Avevamo un problema di eternit nelle stalle, lo abbiamo sostituito con pannelli fotovoltaici. Avevamo un problema di rifiuti del caseificio, di siero, di letame e liquame, lo abbiamo trasformato in energia termica ed elettrica con un impianto di biogas in grado di soddisfare il fabbisogno dell'azienda e di circa 2.600 famiglie, o con l'impianto di fitodepurazione, un sistema naturale di depurazione delle acque di scarico”. Anche le intimidazioni, comuni a certe latitudini, possono trasformarsi in risorse. Spiega: “abbiamo subito degli attentati. Quando hanno sparato alle serrande del nostro negozio, venne il capitano dei carabinieri per le indagini. Da allora i carabinieri sono i migliori clienti del nostro agriturismo”.

Ma qual è il segreto di questo successo? Risponde Basile: “il rispetto delle norme, la cura dell'ambiente, del benessere degli animali, e la qualità dei prodotti che si traduce in risultati economici, rendendo l'azienda sostenibile sotto ogni punto di vista”.
Sostenibilità ed efficienza riconosciuta con numerosi premi. “Quello a cui sono più affezionato – riprende Basile - è Sodalitas Social Awards che nel 2013 ha premiato ‘Fattoria della Piana’ nella categoria ‘Tutela e sensibilizzazione ambientale’. In quell'occasione abbiamo battuto colossi come Ikea, Bolsch, Italcementi, tra le più grandi imprese mondiali”. Nello stesso anno la “Fattoria della Piana” ha anche ricevuto una medaglia da parte del Presidente della Repubblica per il primo posto al premio Sviluppo sostenibile dell'omonima fondazione.

Riconoscimenti che Basile, da buon capo squadra, non manca di condividere con la ‘grande famiglia’ di Fattoria della Piana. “Ogni persona che lavora qui è fondamentale e contribuisce al risultato”. Ce lo racconta nel suo ufficio, con alle spalle un grande pannello che ritrae insieme i dipendenti dell'azienda. “Siamo un sistema – conclude -, perché siamo certi che da soli non si vince”.