Il presidente del Consiglio regionale della Calabria ha colto l’occasione dell’incontro con il sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Ostellari, per rappresentargli, “assodato il suo apprezzabile impegno sulla questione”, le problematiche del sistema carcerario della Calabria.
“Problemi come il sovraffollamento, le carenze di organico della Polizia penitenziaria e il moltiplicarsi di eventi critici in tutti i 12 istituti penitenziari, richiedono un tempestivo intervento. Consapevoli che la tutela dei diritti delle persone detenute e il benessere dell’intera comunità penitenziaria necessitano in Calabria - ha detto il Presidente - di energie e risorse al fine di poter essere garantiti ed attuati”.
Al sottosegretario il presidente dell’Assemblea calabrese ha consegnato la lettera sulle condizioni delle carceri calabresi di recente inviata - congiuntamente al Garante regionale dei detenuti Luca Muglia - al ministro Nordio e al capo del “Dap” Russo.
Il sottosegretario Ostellari ha assicurato “l’attenzione del Ministero” e ha affermato: "Le carceri italiane accolgono e custodiscono donne e uomini privati della libertà, ma non della loro dignità. Il compito del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è collaborare al loro pieno recupero e al successivo reinserimento. Auspico che - ha aggiunto - oltre alla soluzione di problemi annosi su cui stiamo intervenendo, per concretizzare le previsioni dell’articolo 27 della Costituzione, si possano coinvolgere altri attori: imprese e aziende italiane, che scelgano di formare e avviare al lavoro detenuti e persone sottoposte a misure restrittive. Di recente è stato siglato un protocollo d’intesa ("Mi riscatto per il futuro") tra gruppo Fs e Ministero della Giustizia, per il reinserimento sociale dei detenuti. Alle iniziative che anche in Calabria sono state avviate in questa direzione, come il Laboratorio di pasticceria nel carcere Ugo Caridi di Catanzaro, occorre dare il sostegno di cui abbisognano”.
Di seguito il testo della lettera inviata dal presidente del COnsiglio regionale della Calabria e il garante dei diritti delle persone detenute Muglia al ministro Nordio
Oggetto: richiesta di intervento in ordine alla situazione penitenziaria calabrese
Pregiatissimi,
pur consapevoli che nei confronti del pianeta-carceri, su cui si addensano criticità vecchie e nuove, in Italia vi è grande attenzione, avvertiamo l’esigenza e la responsabilità di segnalare il progressivo sovraffollamento, le gravi carenze di organico e il moltiplicarsi di eventi critici riscontrati negli istituti penitenziari ubicati in Calabria.
Si rileva che, allo stato, quasi tutti i dodici istituti penitenziari registrano fenomeni di progressivo sovraffollamento, con valori elevati nella Casa circondariale di Reggio Calabria Arghillà (+ 98), Cosenza (+ 57), Crotone (+ 44) e la Casa di reclusione di Rossano(+ 52). In alcuni istituti, peraltro, sono presenti camere detentive (dotate di letti a castello) che ospitano fino a 6/8 persone detenute.
Si aggiungano le condizioni strutturali di alcuni istituti, datati nel tempo e/o privi di manutenzione, l’inadeguatezza di molte camere detentive (con schermature di pannelli opachi in plexiglass alle finestre o, addirittura, prive di docce) e l’insufficienza delle aree adibite alla socialità, ai passeggi ed ai colloqui. Tale situazione affligge la maggior parte dei luoghi di detenzione.
Le carenze di organico riscontrate nei dodici istituti penitenziari calabresi sono assai pesanti. Il deficit del personale di Polizia penitenziaria raggiunge in alcuni casi livelli allarmanti (-100 Catanzaro; -70 Vibo Valentia; - 42 Rossano; - 37 Palmi;-36 Reggio C. Arghillà). L’assenza di un numero adeguato di Polizia penitenziaria genera effetti a catena che recano danno all’intero sistema, oltre a causare problemi di sicurezza ed a richiedere sforzi sovraumani del personale in servizio.
La carenza complessiva di funzionari giuridico-pedagogici è pari a 10 unità (al momento gli istituti di Paola e Palmi hanno solo 1/2 educatori in servizio). In pratica, è presente mediamente 1educatore ogni 100 detenuti. Tale pesante carenza riverbera, evidentemente, conseguenze negative sia sotto il profilo trattamentale e rieducativo sia sul fronte dell’accesso alle misure alternative.
Nonostante l’elevata percentuale di detenuti stranieri, che in alcune carceri calabresi appartengono a 20 nazionalità diverse, i mediatori linguistico-culturali presenti sono pochissimi (solo in 3 istituti). Si considerino, a titolo esemplificativo, le difficoltà che incontrano le Aree sanitarie in occasione della visita medica di primo ingresso dei detenuti extracomunitari.
Si evidenzia, da ultimo, che nel corso del 2023 in Calabria si sono verificati 150 tentativi di suicidi e 4 suicidi. Nel 2024 c’è già stato, purtroppo, un nuovo decesso per suicidio. Tra l’ultimo dello scorso anno e il primo di quello in corso è trascorso solo un mese.
Ma v’è di più! Dal 1° gennaio 2024 al 20 marzo 2024 (in soli due mesi e mezzo) si sono registrati in Calabria 2.219 eventi critici, 26 tentativi di suicidio, 110 atti di autolesionismo e 25 aggressioni ai danni della Polizia penitenziaria. Sono dati davvero inquietanti.
Alla luce di quanto esposto, corre l’obbligo di richiedere un tempestivo intervento di codesto illustrissimo Ministro e di codesto pregiatissimo Capo Dipartimento, sottolineando che la tutela dei diritti delle persone detenute o private della libertà e il benessere dell’intera comunità penitenziaria necessitano in Calabria di energie e risorse urgenti al fine di poter essere garantiti ed attuati.
Nel ringraziare per l’attenzione, confidando nella Vostra sensibilità, porgiamo distinti saluti.