In aumento anche se in misura inferiore rispetto alle altre regioni italiane. Il Pil della Calabria nel 2021 è cresciuto (in volume) del 4,5% rispetto all’anno precedente quando aveva registrato un calo dell’8,7%.
A livello nazionale l’aumento del prodotto interno lordo è stato del 6,7% e del 6% nel Mezzogiorno. Il rimbalzo, nel 2021, è stato inferiore solo in Molise (+4,3%). È quanto emerge dal rapporto sui conti economici territoriali, pubblicato nei giorni scorsi dall’Istat.
Contestualmente la Calabria si conferma la regione con il Pil pro-capite più basso, nel 2021 si è attestato 17,6 mila euro contro i 48 mila della Provincia autonoma di Bolzano e i 40,7 mila della Lombardia. Tuttavia, nel 2020, si era contratto fino a 16,5 mila euro e arrivando ai livelli pre-Covid, quando nel 2019 il pil pro-capite calabrese era pari a 17,5 mila euro. Con 37,5mila euro nel 2021 (34,6 mila euro nel 2020) il Nord-ovest resta l’area geografica con il Pil per abitante più elevato (misurato in termini nominali). Seguono il Nord-est, con 35,8mila euro (33,2 mila nel 2020) e il Centro, con 32,1 mila euro (30 mila euro l’anno precedente). Il Mezzogiorno si conferma ultimo con 19,7mila euro (18,3 mila nel 2020), incrementando le distanze con il Centro-nord: la differenza, che si era ridotta da 15,8 mila euro a 14,5mila euro tra il 2019 ed il 2020, risale infatti a 15,7mila euro per abitante nel 2021.
Sempre nel 2021 è cresciuta la spesa per consumi finali delle famiglie calabresi per abitante attestandosi a 14,5 mila euro, superiore rispetto ai 13,7 mila euro del Mezzogiorno. Il dato nazionale invece è pari a 17,5 mila euro.
Invece il reddito disponibile delle famiglie per abitante è pari a 14.108, in aumento del 3,6% rispetto al 2020.
La Calabria rimane tuttavia la regione con l’incidenza maggiore dell’economia non osservata. Rispetto al Pil, la stima di evasione ed elusione è del 18,8% contro una media nazionale dell’11,6%.