Il Dossier Statistico Immigrazione 2019 realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato con Confronti e con il sostegno dell’Otto per mille della Chiesa Valdese e quest’anno con il contribuito del Centro di ricerca e Laboratorio di storia giuridica ed economica del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, è stato presentato nei giorni scorsi all’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.
Alla presentazione per i saluti istituzionali erano presenti il magnifico rettore Antonino Zumbo, alla sua prima uscita al pubblico dopo la sua proclamazione, che ha parlato del ruolo importante dei dati statistici, di come i numeri contengono delle informazioni preziosissime, chiamandoli appunto “dati parlanti”, per poi dare la parola al prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, che ha sottolineato come sia rilevante l’attività di ricerca che si svolge sul tema dell’immigrazione e del ruolo necessario dell’analisi su un fenomeno così complesso. Si è soffermato inoltre sugli strumenti razionali per affrontarlo al fine di gestirlo in rispetto di tutti, sia per gli immigrati sia per le nazioni che si occupano di accoglienza, affermando che i Paesi industrializzati vivono e vivranno sempre di più nei prossimi anni il fenomeno dell’immigrazione. A chiudere gli interventi istituzionali è stato l’assessore comunale alle Politiche Sociali, Anita Nucera, che ha descritto le diverse attività che il Comune di Reggio Calabria svolge in merito all’accoglienza dei richiedenti asilo.
Per gli aspetti salienti del Dossier abbiamo intervistato Roberta Saladino, referente calabrese del Centro Studi e Ricerche IDOS e autrice del capitolo dedicato alla Calabria.
on il Centro Studi e Ricerche IDOS siete giunti alla 29ma presentazione del Dossier e lei da alcuni anni si occupa del focus socio-demagrafico regionale: ci può illustrare i dati che emergono dal capitolo “Calabria. Rapporto Immigrazione 2019”?
Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in “Storia Economica, Demografia, Istituzioni e Società nei Paesi del Mediterraneo” nel febbraio del 2011, ho iniziato a occuparmi di Ricerca-azione presso l’Università degli Studi della Calabria e presso il Centro Studi e Ricerche IDOS. Dal 2013 le attività con il Centro romano si sono intensificate sviluppando progetti sia nazionali che europei, divenendo autrice di diversi contributi presenti nelle pubblicazioni annuali dell’IDOS, tra cui quello presente nel “Dossier Statistico Immigrazione” dove mi occupo nello specifico del focus socio-demografico ed economico per la regione Calabria, divenendo così anche referente del Centro Studi e Ricerche IDOS per la Calabria.
Quest’anno i dati che emergono dallo studio evidenziano che, tra il 2017 e il 2018, si sono registrati incrementi della popolazione straniera in tutte le province della regione Calabria e in termini assoluti quelli più consistenti si sono registrati per la provincia di Cosenza - +1.755 - e per la Città Metropolitana di Reggio Calabria - +1.168 -.
Quali sono i paesi che fanno registrare maggiori incrementi nella Città Metropolitana di Reggio Calabria?
Le principali nazionalità che fanno registrare un numero di residenti maggiore alle mille persone nell’area metropolitana di Reggio Calabria sono: Romania (9.617), Marocco (5.104), India - 3.786, il 78,7% della comunità indiana presente in Calabria è insediata nella Città Metropolitana - , Ucraina (2.168), Filippine (1.599) e Bulgaria (1.463). Mentre i comuni in cui si registra un numero di residenti stranieri superiore alle 900 persone sono i seguenti: Reggio Calabria (12.467), Gioia Tauro (1.603), San Ferdinando (1.216), Villa San G. (997), Locri (959) e Palmi (919).
L’immigrazione per il territorio nazionale può rappresentare una preziosa risorsa per lo sviluppo economico e sociale?
Insieme ai temi dell’accoglienza, della solidarietà, della tutela dei diritti fondamentali delle persone, diverse sono le ricerche che hanno dimostrato e dimostrano che per l’Italia l’immigrazione ha rappresentato e rappresenta una preziosa risorsa per lo sviluppo economico e sociale del paese, ma anche per l’apporto demografico. Solo nel 2018 la ricchezza generata dai lavoratori immigrati regolarmente presenti era stimata in 139 miliardi di euro, pari al 9% del PIL totale italiano.
Lei afferma che l’immigrazione incide notevolmente sull’economia italiana ed è anche preziosa per l’apporto demografico. Qual è il contributo demografico nella nostra regione?
Il contributo demografico dell’immigrazione in Calabria al 31 dicembre 2018 lo si può evincere andando ad analizzare il saldo naturale (SN) e il saldo migratorio (SM). Dai dati elaborati attraverso il Bilancio Demografico fornito dall’Istat si osserva che in tutte e 4 le province e nella Città Metropolitana i due saldi sono positivi, quindi si ha un apporto non solo di nuove nascite ma di adulti che li possiamo considerare come delle “nascite altrove”, che hanno il vantaggio di arrivare nella popolazione ospite - quindi in questo caso calabrese - nel pieno dell’età economicamente produttiva e demograficamente riproduttiva. Mentre per ambedue le componenti demografiche - SN e SM - della popolazione italiana si registrano dei dati che indicano come gli abitanti autoctoni hanno un decremento a causa del SN e del SM, entrambi negativi. In particolare il SN negativo più marcato si registra per la provincia di Cosenza che è pari a - 2.307, mentre per quel che concerne il SM il dato più rilevante si registra per l’area metropolitana pari a – 3.880.
Nello specifico, mettendo a fuoco i dati del SN (- 1.329) e del SM (- 3.880) della Città Metropolitana di Reggio Calabria, possiamo dire che è come se fossero spariti nell’arco del 2018 un comune come Bivongi con una popolazione residente pari a 1.301 e del comune di Platì con una numero di abitanti pari a 3.798.
Un’analisi che merita un approfondimento per la storia demografica della popolazione calabrese?
La struttura per età della popolazione residente in Calabria ci descrive una storia demografica - in termini di fecondità, sopravvivenza e migrazioni - molto complessa, costituita da due contingenti diversi, da un lato infatti c’è la popolazione straniera che cresce costantemente tanto da far registrare nel 2018 la più alta variazione percentuale rispetto l’anno precedente - 4,23% contro il 2,42% della Lombardia, che ricordiamo essere la prima regione per numero di stranieri residenti pari infatti a più di 1milione al 31 dicembre 2018, ed è composta sostanzialmente dalla popolazione in età attiva, mentre gli over 65enni sono soltanto il 3,4% dei residenti. Dall’altra invece c’è la popolazione autoctona che vive un forte decremento, tra il 2017 e il 2018 si registra un calo di oltre 14mila residenti, una perdita pari alla scomparsa di un gruppo di comuni come Caraffa di Catanzaro, Settingiano, San Floro, Marcellinara, Cortale e Maida - degli 80 comuni della provincia di Catanzaro, infatti, solo Lamezia Terme e il comune capoluogo hanno un numero di residenti superiore a 70mila, tutti gli altri comuni contano meno di 10mila abitanti - ed è caratterizzata da uno dei processi di maggiore rilievo in corso nei Paesi industrializzati che è certamente quello dell’invecchiamento demografico. Dalle previsioni dell’Istat, si evince che ci sarà verosimilmente un ulteriore aumento delle classi di età più anziane, quindi un ulteriore squilibrio della struttura per età della popolazione complessivamente residente in Calabria. Al fine di preservare tutto il patrimonio demografico di oggi e garantire un incremento futuro di esso, oltre a creare un’alleanza tra le generazioni è necessario sviluppare un clima sociale favorevole e politiche familiari davvero incisive e inclusive che possano realmente consentire un incremento dei livelli di fecondità. La Calabria oggi fa registrare un tasso di fecondità pari a 1,28 figli per donna ed è al di sotto della media nazionale che è pari invece all’1,32 figli per donna. Si devono adottare politiche economiche-sociali che puntino a investire maggiormente sui giovani, a incrementare la partecipazione femminile nel mondo del lavoro e a coinvolgere fino in fondo “i nuovi italiani” nella nostra società, esattamente come i francesi, gli argentini, gli statunitensi o i belgi coinvolsero nella loro vita i nostri bisnonni, i nostri nonni e i nostri padri.
Sostanzialmente il contributo demografico in Calabria è dato dai nuovi nati stranieri?
Nel 2018 il numero di nuovi nati stranieri in regione (1.086) è diminuito rispetto all’anno precedente (-51), per un’incidenza del 7,2% sul totale delle nascite avvenute nell’anno. Il numero più elevato di nuovi nati stranieri si registra in provincia di Cosenza (382), seguita dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria (353) e Catanzaro (207), mentre con cifre al di sotto delle 100 unità troviamo le province di Crotone e Vibo Valentia.
Trattiamo altri argomenti del suo studio. Sulla base dei due “Decreti Sicurezza” del precedente Governo, il numero delle persone nel circuito regionale dell’accoglienza è diminuito?
Sì, secondo i dati del Ministero dell’Interno, al 31 dicembre 2018 le persone inserite nel circuito regionale dell’accoglienza sono stati pari a 5.123, in calo rispetto all’anno precedente di 2.333 unità. La percentuale di distribuzione rispetto alle persone accolte a livello nazionale è pari al 4,0%, i valori più alti tra le regioni si sono registrate in Lombardia (14,0%), Lazio e Campania (9,0%). I soggiornanti presenti regolarmente sul territorio regionale al 2018 sono stati più di 52mila, per il 42,1% donne; il 17,1% è minorenne, mentre solo il 3,8% è ultra 65enne. Sono stati 27.937 i titolari di permessi di soggiorno a termine, tra questi 11.093 detenevano un permesso per motivi di asilo e protezione umanitaria, 9.292 per motivi di famiglia e 5.763 per motivi di lavoro.
Altri aspetti che lei ha trattato riguardano il mercato del lavoro e le imprese degli immigrati. A tal fine, le chiedo quanti sono gli occupati stranieri in Calabria e in quali settori si registrano le maggiori occupazioni?
Secondo i dati Rcfl Istat, nel corso del 2018 gli occupati stranieri in Calabria sono più di 45mila pari all’8,3% del totale e tale contingente rispetto al 2017 ha registrato un incremento di 6.700 unità. Essi sono distribuiti per settore nel modo seguente: 13.584 in agricoltura, 7.044 nell’industria e 25.110 nei servizi, quest’ultimo è il settore che fa registrare il maggior incremento di occupati stranieri tra il 2017 e il 2018 - più di 2.700 -. Un altro dato positivo riguarda il numero dei disoccupati stranieri, che fanno registrare un decremento rispetto all’anno precedente di circa 1.000 unità - nel 2018 erano poco più di 8.500 -. Resta consistente, invece, il divario retributivo tra lavoratori immigrati e autoctoni. In Calabria la retribuzione media di un lavoratore straniero è pari a 764 euro mentre quella di un lavoratore italiano è pari a 1.176 euro.
Concludiamo l’intervista chiedendole il numero di imprese guidate da immigrati e in quali settori si sono concentrati per contribuire all’economia calabrese?
In continuità con quanto registrato in passato, nel 2018 il numero di imprese guidate da immigrati ha continuato a crescere - +0,9% -, sebbene a un ritmo inferiore rispetto all’anno precedete - nel 2017 erano aumentate del 2,7% -. Oltre il 90% delle attività imprenditoriali degli immigrati sono organizzate in forma di impresa individuale e in regione si contano più di 13mila titolari nati all’estero, di cui 3.294 donne. Questi tendono a concentrarsi soprattutto nei servizi (11.524), seguiti dall’industria (1.202), mentre sono meno attivi nel settore agricolo (504); si registrano inoltre 205 imprese non classificate. A livello di comparti produttivi, tre quarti di questi imprenditori operano nel commercio - il 75,7% , mentre a livello nazionale sono il 38,9% -, seguito a grandissima distanza dalle costruzioni - 6,3%- . Relativamente ai principali paesi di nascita, le collettività più coinvolte nel fenomeno imprenditoriale sono i marocchini, che rappresentano il 43,0% dei titolari di impresa immigrati, seguiti a considerevole distanza da tedeschi - 7,0%, nella maggior parte dei casi cittadini italiani nati in Germania- , indiani e pakistani - 5,3% -.
Il convegno è stato moderato dal giornalista Marcello Spagnolo e si è concluso con una serie di interventi, tra i quali il direttore del Dipartimento di Scienza della Società e della Formazione d’Area Mediterranea, Domenico Siclari, che ha sottolineato come il fenomeno dell’immigrazione sia nato assieme all’uomo. Il comandante della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, Gabriele Lombardo, ha affrontato il tema del caporalato nella piana di Gioia Tauro e i possibili strumenti di contrasto. La presidente CISMe Società Cooperativa, Maria Daniela Rossi, ha sottoposto all’attenzione il modello SPRAR/SIPROIMI con i percorsi d’integrazione e le buoni prassi e la funzionaria del Settore Centri per l’Impiego e Funzioni Territoriali del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria, Maria Nucera, ha illustrato le politiche e le azioni di inserimento socio-lavorativo nell’immigrazione a livello nazionale e regionale.