Un ruolo svolto in silenzio tra le mura domestiche, con abnegazione e passione, trascinato esclusivamente dall’amore infinito per chi è costretto a convivere con la sofferenza: questa è la figura del “caregiver”, la persona, cioè, a cui sono affidati i compiti di assistenza ad un familiare malato, come rilevare disagi o malori, gestire la somministrazione dei farmaci e la cura quotidiana alla persona inferma, interfacciarsi con il medico per segnalazioni di vario genere.
Il profilo del caregiver è stato riconosciuto e delineato normativamente per la prima volta dalla legge di bilancio 2018 (articolo 1, commi 254-256, legge n. 205 del 2017).
La Regione Calabria ha approvato il 7 febbraio 2024 la legge (n.6) per il riconoscimento ed il sostegno al caregiver familiare. Un passo significativo, che dà reale supporto agli oltre 200 mila caregiver presenti, attualmente, sul territorio calabrese. Ma la complessa attività del caregiver non è fatta solo di impegno fisico quotidiano, ma anche e soprattutto di continue sollecitazioni dal punto di vista prettamente psicologico: prendersi cura di un familiare malato, in particolare se terminale, delinea nel caregiver un inevitabile stress cronico, con inevitabili conseguenze negative sull’apparato psichico.
“Il prendersi cura del caregiver – spiega la psicologa Alessandra Transtevere – è la più alta forma d’amore verso il familiare e rappresenta il forte legame affettivo che difficilmente può emergere se a prendersi cura del malato si tratti di un estraneo, il quale non potrà mai essere coinvolto emotivamente nella stessa misura. Ma il caregiver può pagare dazio per tutto l’affetto che riversa sul degente a lui tanto caro: forte stress mentale, orari particolari, poco sonno e continue preoccupazioni lo fanno entrare in una sorta di “burden”, una specie di fardello, dai risvolti psicofisici non trascurabili e che possono scatenare reazioni emozionali inaspettate. Il caregiver rinuncia al tempo per sé, tende, per questo, piano piano ad annullare la propria vita, a perdere interessi, ad annullarsi. La troppa presenza per qualcuno non deve però tradursi in assenza per se stessi. Nella società di oggi poco si sa del durissimo lavoro che spetta al caregiver: questo è un elemento aggravante“.
Alla luce di ciò – rimarca Alessandra Transtevere – è doveroso sostenere dal punto di vista legislativo la figura del caregiver e ben venga la legge approvata dalla Regione Calabria. Il Welfare può dare davvero una grossa mano d’aiuto ai lavoratori alle prese con le problematiche di aiuto ai propri cari. La mia esperienza professionale mi porta, ogni giorno, a conoscere le tante sfaccettature che ruotano intorno al mondo di queste straordinarie persone, formato, prevalentemente, da individui di mezza età, ma non mancano anche tra i giovani lodevoli eccezioni”.
“Ad ogni modo – conclude la Transtevere – un plauso speciale unito alla grande riconoscenza va, senza dubbio, a chi indossa i panni del caregiver e dedica impegno e sacrifici, in nome del sentimento più bello, quello dell’amore!”.