“Questo posto deve profumare di abbondanza, solidarietà e tanta generosità. La vita non ha calcoli precisi e bisogna impegnarsi ad allontanare la sofferenza”.
Le parole dell’Arcivescovo metropolita della diocesi di Catanzaro – Squillace, Claudio Maniago, entrano nel cuore in occasione dell’inaugurazione della “Mensa del Vescovo” adiacente la storica chiesa Del Monte dei Morti situata nel centro storico di Catanzaro. Non è stata una semplice cerimonia condita da sorrisi, strette di mano, abbracci e discorsi, ma dentro quella sala allestita con tavolini semplici ma dignitosi le storie si intrecciano tra loro, con un denominatore comune: lo spirito solidale, l’aiuto reciproco.
I volti delle cinque volontarie, indaffarate a riempire i piatti per i bisognosi senza distrarsi dal clima di festa, sono levigati da sorrisi. I loro occhi brillano di gioia. “Siamo qui per aiutare chi soffre, chi non ha la possibilità di usufruire di un pasto caldo. Lo facciamo con amore. La fatica non ci pesa”.
Al centro della sala campeggia un dipinto di Papa Francesco. La didascalia riporta una sua frase significativa, che magnifica il lavoro di chi sta vicino alla sofferenza. “Nei deserti della povertà, i volontari sono segni di speranza, di tenerezza di Dio, di nuova umanità”. Tra le volontarie c’è chi si divide tra il Conventino, altro punto di riferimento in città per le persone fragili, e la nuova mensa per i poveri voluta fortemente da don Pino Silvestre, rettore della chiesa Del Monte dei Morti.
“Tutto è iniziato tempo fa – spiega con un velo di emozione don Pino – Siamo partiti con la distribuzione del cestino da pranzo, successivamente si è concretizzata la possibilità di aprire la mensa. E dopo gli inevitabili adempimenti organizzativi e burocratici, il mio sogno si è avverato. Il centro storico di Catanzaro ha, adesso, un prezioso punto di riferimento di solidarietà e ciò riempie la mia anima di luce”.
Arrivano le prime persone bisognose. Entrano nella sala da pranzo con compostezza e dignità infinita. Prima di sedersi firmano nella lista, utile a regolarizzare gli accessi alla mensa. Non sono solo stranieri, ma anche italiani che hanno perso il lavoro, che non possono permettersi un semplice piatto di pasta o una fettina di carne. Il colore della pelle diventa un solo, ed è quello che rivela le loro angosce proiettate verso un futuro pregno di infiniti punti interrogativi.
Le parole di Amar, ragazzo senegalese con addosso una coperta sulle spalle, non hanno bisogno di commenti. “Il mio nome in africano significa “lunga vita”. Spero che ciò si realizzi. Oggi cammino con una coperta, ma non mi abbatto perché la mia fede mi aiuterà a trovare un percorso di vita più sereno”.
La “Mensa del Vescovo” è aperta solo a pranzo dal lunedì al sabato dalle ore 12 in poi. Venticinque i posti a sedere, ma possono essere ampliati in base alle richieste. All’interno sarà disponibile anche un servizio docce, con orari differenti rispetto a quelli riservati al pranzo.