‘L’Ape furibonda’. Un volume scritto a sei mani (Rubbettino editore) , con la prefazione di Susanna Camusso. Una conversazione
con gli autori Romano Pitaro, Claudio Cavaliere e Bruno Gemelli.

L’emozione delle ballate di Francesca Prestia, la recensione accurata e informata di Consuelo Nava, l’intervento efficace sulle brigantesse di Caterina Capponi e il timbro istituzionale di Nicola Irto. E poi, una location più che appropriata. Al di là di ogni suggestiva aspettativa: la sala intitolata a Giuditta Levato del Consiglio regionale della Calabria. Nulla di più si poteva chiedere per la presentazione dell’“Ape furibonda” a Reggio Calabria. Senza dire della partecipazione del presidente dell’Anpi reggina Sandro Vitale, del bibliofilo Domenico Romano Carratelli e del prof. Enrico Costa già ordinario di Urbanistica presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. L’evento, promosso dall’ associazione “Biesse” con la vulcanica presidente Bruna Siviglia e coordinato dalla giornalista Cristina Cortese, ha ripercorso, attraverso i vari interventi, un viaggio cadenzato di oltre 130 pagine e colorito con le parole di chi ha saputo cogliere l’essenza di quei lineamenti femminili straordinari, come a volerne evocare un ricordo mai sbiadito dal tempo. Donne che hanno pagato con la vita il prezzo della loro emancipazione. Testimonianze di riscatto sociale che, senza paura e con fierezza calabrese, hanno fatto la storia e indicato ai posteri esempi di civiltà indelebili.
Il Presidente del Consiglio regionale, non ha voluto mancare ad un appuntamento importante e altamente simbolico, perché celebrato nella sala di Palazzo Campanella che porta il nome di Giuditta Levato, “protagonista di una delle undici storie di donne raccontate nel volume e che hanno reso onore alla Calabria, con i loro vissuti, con le loro battaglie, con i loro sacrifici e con le loro cicatrici. Cicatrici su cui gli autori si sono lungamente intrattenuti per far capire meglio il passato di una terra che ha dato i natali a donne di spirito forte di cui si percepisce ancora oggi la presenza. La lotta per le terre, l’impegno sindacale, le battaglie partigiane, l’impegno politico e le storie di una feroce ‘brigantessa silana’, hanno rappresentato e - grazie a “L’ape furibonda”- tutt’oggi, rappresentano un patrimonio culturale con cui gli autori hanno voluto ribaltare il concetto storico di femminismo”. Da qui la sfida di Irto: “Portare ‘L’ape furibonda’ nelle scuole”. L’intuizione tematica ha proprio un risvolto didattico. Costruire con ricerca storica,
come suggerito da Consuelo Nava, una serie di racconti in cui la donna non sia l’immagine di vittima sacrificale e alla quale riferire pietà, ma un modello positivo protagonista di ogni tempo: la donna è forza, è traccia ispiratrice, è pensiero, è combattività; è progresso! Il lettore viene incuriosito e affascinato attraverso un percorso approfondito, arricchito da studi, ricerche, estratti documentali e soprattutto da talmente tanta passione da farlo sembrare catapultato in quei contesti storici, con la viva sensazione di farlo sentire a fianco di queste donne audaci, che con il loro straordinario carattere, riescono a coinvolgerlo, ad assuefarlo addirittura. ‘Un’operazione di archeologia umana’ così come l’ha compendiata Isabella Bossi Fedrigotti, scrittrice e giornalista del Corriere della Sera, presentando il libro al Salone Internazionale di Torino.