Lunedì, 29 Aprile 2024

Una ‘stanza’ per onorare le vittime di femminicidio intitolata a Mary Cirillo. La mamma: “Donne, non abbassate la guardia, chi vi picchia non vi ama!”

E’ stata inaugurata a Palazzo Campanella la Stanza della Memoria e dell'Impegno dedicata a Mary Cirillo, ragazza di Monasterace, cinque anni fa vittima di un marito incapace di rassegnarsi alla fine della loro storia.

Ma il nome di Mary è solo il simbolo di tante vicende di dolore che hanno segnato la storia della Calabria, trafitta purtroppo, da non pochi casi di femminicidio. Uno spazio, benedetto da don Nino Iachino (canonico del Capitolo Metropolitano della Diocesi), diventato sede ideale e spirituale - grazie allo sforzo dell’Osservatorio regionale sulla volenza di genere - di un’idea progettuale di creare uno luogo comune nel quale ritrovarsi e raccontarsi. Dedicata a tutte le donne che non si sono piegate al male e che hanno dovuto fare i conti con la violenza o addirittura, con la morte. Nella ‘stanza’ della memoria ci sono le storie di tutte quelle donne che si sono ribellate a coloro che le volevano schiave e prive di ogni dignità.

Hanno partecipato al momento, oltre alle famiglie delle vittime di femminicidio in Calabria, tra cui i parenti di Maria Chindamo e Maria Antonietta Rositani, il Presidente del Consiglio Nicola Irto, l’assessore regionale con delega all’istruzione Maria Corigliano, i componenti dell’Osservatorio regionale con il coordinatore Mario Nasone e la vice Giovanna Cusumano, Maurizio Piscitelli, coordinatore dei dirigenti tecnici dell’Ufficio regionale scolastico e dell’Atp di Reggio Calabria, il presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria Luciano Gerrdis e il procuratore generale Bernardo Petralia.

‘Un laboratorio aperto allo studio, alla ricerca e alla formazione’ queste le parole del presidente Nicola Irto, il quale ha aggiunto: “Quella di oggi è l’inaugurazione di ‘open space’ che, oltre a racchiudere storie di donne vittime di violenza, sarà a servizio di quanti vorranno, attraverso la cultura e l’approfondimento, trovare strumenti efficaci per la prevenzione e l’amorevole attenzione alla figura della donna”.

L’assessore Corigliano ha sottolineato l’importanza di un luogo ‘accogliente’ perché “oltre a onorare la memoria, canalizza un lavoro culturale di prevenzione e di ascolto, ma soprattutto, mette in rete i vari livelli istituzionali e sociali; dalla scuola al Consiglio regionale, agli istituti giudiziari, alle forze di polizia, alle associazioni.”

Rosetta Origli, mamma di Mary Cirillo

Toccante il contributo della madre di Mary Cirillo: “Onorati della scelta del Consiglio regionale ma ringraziamo tutti per aver scelto il nome di mia figlia Mary per la stanza della memoria delle vittime di femminicidio. Testimonianza del fatto che il suo è stato un caso che ha toccato il cuore di tante persone…e quindi alle donne dico: non abbassate la guardia, chi vi picchia non vi ama!”

Mario Nasone, coordinatore dell’Osservatorio ha spiegato che il senso dell’iniziativa è stato quello di dare un nome ed un volto a coloro che troppo genericamente ed astrattamente vengono definite vittime di femminicidio – “Queste sono le storie di donne calabresi a cui è stata tolta la vita ma non il ricordo. Il luogo simbolico della casa dei calabresi, il Consiglio regionale, accoglierà le voci e il grido di sofferenza che proviene da queste storie che hanno riguardato le vittime ma anche i familiari di tali atrocità. Inoltre, speriamo che questa ‘stanza’ diventi uno stimolo affinché ci sia un impegno vero da parte di tutti, perché il lavoro deve essere sinergico ed interistituzionale con particolare riferimento al mondo della scuola: sappiamo che in questo palazzo - per visitarlo - passano circa 5000 studenti l’anno, e da oggi vogliamo che la ‘Stanza della memoria e dell’impegno’ diventi una tappa fondamentale di queste visite.”

Anche la vice coordinatrice Giovanna Cusumano ribadisce l’importanza dell’apertura di un ‘centro d’ascolto’ rivolto alle donne vittima di violenza – “ ‘La Stanza della memoria e dell’impegno’ rappresenta un unicum a livello nazionale e l’idea è quella di un lascito morale che l’Osservatorio fa ai familiari delle vittime e a tutte le nuove generazioni. Vogliamo che cresca in loro la consapevolezza che le relazioni sentimentali in cui c’è violenza non hanno il diritto di essere definite tali, quindi le sensibilizzeremo affinché sviluppino un nuovo approccio emotivo e culturale.”

Il presidente della Corte d’appello Gerardis sottolinea che il problema della violenza alle donne non può e non deve riguardare solo le donne, ma soprattutto deve interpellare gli uomini: “Da uomo ho vergogna ad appartenere a questa categoria quando si compiono gesti di tale e assurda brutalità. Purtroppo non va sottovalutato quello che è un fenomeno di grandissima attualità, e purtroppo è un fenomeno che richiede l’attenzione da parte di tutti. Nessuno può sentirsi esente da un impegno di civiltà al quale ci chiama il nostro lavoro e la nostra coscienza”.

Al procuratore Petralia sono spettate le conclusioni: “Il dramma della violenza sulle donne non va affrontato come una semplice protesta pacifica, ma penso che occorra una vera e propria rivoluzione, fatta di cose sensibili e percepibili proprio per poter prendere coscienza di quello che rappresenta un grumo di grande dolore per la nostra società. Dobbiamo combattere la violenza esercitata su chi ha meno resistenza”.