Due giorni di ‘full immersion’, divisi tra le aule dell’Università ‘Mediterranea’ e il salone della Città Metropolitana, sui temi dell’influenza del crimine organizzato nelle decisioni della pubblica amministrazione e sulla gestione dei rifugiati.

La Fondazione ‘Rodolfo De Benedetti’, il cui direttore scientifico è il prof. Tito Boeri, ex presidente dell’Inps e capo del dipartimento delle Economie pubbliche dell’Università ‘Bocconi’, si è spostata a sud per presentare dati e opinioni su questioni che hanno rilevanza, sì nazionale, ma interpellano anche questa parte del Paese, per gli sbarchi numerosi di migranti che vi sono avvenuti e per la presenza endemica di forme di criminalità mafiosa, oramai transnazionali.
Se gli incontri - cui hanno preso parte studiosi e ricercatori anche di provenienza europea - alla ‘Mediterranea’ hanno evidenziato un profilo più tecnico, specialistico, nel salone della Città Metropolitana, invece, il confronto, oltreché sui dati, ha avuto risvolti ‘politici’ per la presenza dell’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, e per l’assenza del sen. Marco Minniti, costretto all’ultimo minuto a dare forfait. La discussione ha comunque ha mantenuto un livello alto di qualità, con l’intervento iniziale di Tito Boeri e i dati snocciolati sui rifugiati in Italia negli ultimi dieci anni dal prof. Gian Carlo Blangiardo, in video conferenza, neo presidente dell’Istat.

“È necessario – ha detto Boeri – superare la logica emergenziale che ha caratterizzato finora le politiche dell’accoglienza in Italia. Criticità amministrative e politiche – ha sottolineato il prof. Boeri – di fatto hanno reso più complicato il controllo dei flussi migratori proveniente dall’Africa”. L’ex presidente dell’Inps ha posto in evidenza “la mancanza di accordi con i paesi che generano flussi migratori verso l’Italia e l’Europa per costruire un’anagrafe dei richiedenti ospitalità, e non sembra che l’attuale gestione governativa stia contenendo i flussi o comunque regolandoli meglio. Di questo passo – ha sottolineato il prof. Boeri – conti alla mano, per rimpatriare gli irregolari o presunti tali, occorrerebbero 112 anni!
Il prof. Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, nel suo intervento ha detto che “il numero degli irregolari cambia costantemente ed il numero complessivo, dal 1 gennaio 2018 ad oggi, è passato da 533 mila presenze a seicentomila”.
Blangiardo, inoltre, ha sollecitato “la necessità di costruire una nuova anagrafe poiché i dati del censimento del 2011 denotano presenze in alcuni comuni più alte di quanto la realtà testimoni. L’Istat non ha potuto fare altro, per rispetto imposto dall’Autorità per la Privacy, comunicare solo i numeri ai comuni interessati e non i nomi delle persone che non risultano ormai residenti. Un aspetto che va assolutamente chiarito, ai fini anche della sicurezza”.
Domenico Lucano, nel suo intervento, ha detto che “non sempre la legalità coincide con la giustizia, altrimenti l’Apartheid troverebbe giustificazione solo perché previsto da una legge. Io, da sindaco, ho cercato di amministrare giustizia permettendo a intere famiglie di ricongiungersi dall’Africa con i propri cari già in Italia o in Europa. Se questo è un reato sono disposto a pagarne le conseguenze”.