Ma questa, oltre ad essere una missione imprenditoriale, ha voluto sin dal primo momento essere al tempo stesso anche una missione sociale, etica, responsabile, stimolatrice, legata al territorio di appartenenza. Di cui vuole sfruttarne in maniera positiva ed innovativa le sue peculiarità, le sue caratteristiche ed uno dei suoi principali, pochi per la verità, “prodotti di scarto”. Cioè quello rappresentato dalla sansa esausta delle olive, residuo solido finale della filiera di produzione dell'olio, il cui smaltimento ha sempre rappresentato un problema, trasformandolo appunto in risorsa, in un'opportunità di crescita, di sviluppo e di creazione di ricchezza e di tutela di risorse naturali.
Senza però stravolgerne l'assetto, con lo sguardo rivolto al futuro in maniera “glocale” ma allo tempo stesso ecologica e sostenibile, con l'ambizione di eccellere in innovazione e in qualità.


‘’Lungi da me – dice Cristofaro - dal volermi paragonare a Corrado Alvaro, ma se sostituiamo solamente la parola scrittore con la parola imprenditore, la frase contestualizzata non perderebbe, anzi forse aumenterebbe il suo significato sociale, civile epolitico. Si, perché quello che la ECOPLAN è riuscita a combinare in questi anni, è qualcosa più di unico che raro nel territorio in cui essa ha deciso di operare. Cioè creare, partendo da zero, e senza nessuno dietro, un'azienda manifatturiera che, di per sé, è unica nel panorama internazionale, per tipologia di materiali, per processo produttivo e di prodotto e per know-how tecnologico. Facendola nascere appunto in una zona della Calabria dove, purtroppo, di aziende produttive vere e proprie ce sono davvero pochissime. E dove, se vuoi fare le cose per bene e nel rispetto della legge trovi difficoltà, mentre se vuoi “tagliare per il corto” magari tutto diventa più facile e fattibile. A cominciare dal rapporto con la PA, con le istituzioni, con le banche, con i fornitori con i clienti, con il tessuto sociale e imprenditoriale e cosi via’’.

‘’Invece – concluide Cristiofaro - abbiamo scelto anche noi l'orgoglio industriale della produzione ed il coraggio dell'innovazione, senza scoraggiarsi e lasciarsi incantare dalle sirene del fatturato alto e degli utili comunque ed il prima possibile. Folli visionari innovativi, direbbe Schumpeter. Ed è appunto con questi stessi convincimenti e presupposti che abbiamo deciso di aderire a SYMBOLA. Nei cui scopi e finalità abbiamo creduto dal primo momento in cui abbiamo saputo della sua esistenza, convinti che, se fossimo diventati anche noi una maglia di una grande rete che punta sulla qualità e sulle potenzialità dei territori, anche il nostro, tradizionalmente interessante e bellissimo, ma pur sempre descrivibile con quel detto che Benedetto Croce amava spesso ripetere a proposito di tutto il meridione e cioè che “… il Sud è un paradiso abitato da diavoli…”, potrà dare il suo valido e, perché no, decisivo, contributo al riscatto di un intero Paese come l'Italia ed alle sfide che quotidianamente e chiamato ad affrontare e soprattutto noi con esso’’.