
Studi costituzionalistici: parte la sfida per una comunità scientifica a trazione giovanile. Accogliere e stimolare la partecipazione di giovani studiosi non ancora titolati, fra questi dottorandi, assegnisti, insomma i cosiddetti precari della ricerca giuspubblicistica. Una sfida su cui intende scommettere con convinzione l’associazione “Gruppo di Pisa”, dal 1998 attiva nella promozione della cultura giuridica in ambito nazionale e internazionale. Un’occasione più unica che rara quella offerta dalla realtà nata nella città della torre pendente, a dieci ragazzi giunti da tutta Italia nel Castello “Ruffo” di Scilla. Quella di entrare a diretto contatto, confrontandosi a viso aperto (magari facendosi anche sportivamente “massacrare”), con alcuni fra i più autorevoli esponenti del costituzionalismo italiano. Un momento di autentica valorizzazione e promozione delle migliori risorse giovanili si è dunque concretizzato nella perla della costa Viola, grazie all’iniziativa del “Gruppo di Pisa” che così ha anche inaugurato il proprio ciclo annuale di seminari.
La giornata di studi fortemente voluta dalla vicepresidente del “Gruppo di Pisa” e docente di Diritto Costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza della “Mediterranea”, Carmela Salazar, si è avvalsa della supervisione dei professori: Paolo Carrozza (Scuola Superiore S. Anna di Pisa), Antonio Ruggeri (Università di Messina), Roberto Bin (Università di Ferrara), Roberto Romboli (Università di Pisa), Pasquale Costanzo (Università di Genova) e presidente “Gruppo di Pisa” e Antonio Spadaro, (Università "Mediterranea" di Reggio Calabria).
“E’ un modo per far andare avanti – spiega con soddisfazione la professoressa Salazar - le idee più fresche, più giovani e quindi si presume, più cariche di entusiasmo, favorendo tra l’altro il necessario processo di ricambio generazionale. Chiaramente questo da solo non basta, perché spetta poi alle scelte politiche di puntare con decisione sulla valorizzazione della ricerca”. “Questi dottorandi – ci dicono Costanzo e Spadaro – normalmente lavorano nelle loro università senza particolari rapporti fra di loro. Noi vogliamo invece dar vita ad una sorta di comunità scientifica allargata in cui i giovani studiosi possono contare sulla guida dei più esperti. E’ un iniziativa sperimentale che parte già bene, certo sotto il profilo organizzativo, difficilmente potremo trovare una location di una bellezza pari a Scilla”. Iniziativa intelligente secondo Carrozza, “che investe il senso stesso delle tesi di dottorato. Ai nostri tempi non c'era il dottorato e c'era molta meno abitudine ad affrontare il giudizio degli altri. Abbiate il coraggio – è l’invito rivolto dal professore ai giovani studiosi - di contraddire anche i più esperti”. Giudizio positivo anche da parte di Bin che invita però a tenere sempre ben presente “l’importanza per le nuove leve della ricerca, di conoscere innanzitutto le basi del funzionamento del sistema e con esse la teoria delle fonti”.

Da una ventina d’anni ormai, mentre il ruolo della decisione politica è sempre più sfilacciato, si è profilata un’espansione del potere giudiziario. Nel momento in cui mancano regole complete su temi scottanti come possono essere l’eutanasia, la procreazione medicalmente assistita, il testamento biologico, il cittadino si rivolge a qualcuno e questo è il potere giudiziario. Quindi c’è un ruolo di quest’ultimo sia a livello nazionale che sovranazionale, che contende a volte senza volerlo, il campo alla politica.
“Negli ordinamenti costituzionali complessi – chiarisce Salazar - in cui abbiamo norme di principio che traducono valori come la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, non abbiamo più un mero esecutore ma un soggetto che contribuisce alla creazione del diritto. Ovviamente a fronte di una latitanza protratta del legislatore magari per tutelare il consenso grazie al quale vive, l’espansione del giudiziario buon andar bene solo fino ad un certo punto. E’ necessario un cambio di mentalità della classe politica perché non è più possibile mettere in secondo piano le vere istanze della collettività che devono essere filtrate alla luce dei valori costituzionali. Per far ciò serve però anche una classe politica preparata da un punto di vista tecnico e invece assistiamo troppo spesso a discussioni fra esponenti sia nazionali che locali, in cui si resta basiti con affermazioni che se fatte da uno studente in sede d’esame, farebbero scattare la bocciatura dopo pochi secondi”.

Questi i nomi dei dottorandi intervenuti al Castello “Ruffo” di Scilla: Sebastiano Dondi, Università di Ferrara, Sara Benvenuti, Università di Firenze, Anna Maria Lecis cocco-Ortu, università di Siena, Andrea Lollo, università di Pisa, Elisa Tira, università di Verona, Andrea Melani, università di Milano, Giacomo Delledonne, Scuola Superiore S. Anna di Pisa, Federica Grandi, università "La Sapienza" di Roma, Alberto Racca, università di Torino, Maura Foglia, università di Genova.