
Conclusasi il 2 settembre dopo quattro giorni di festeggiamenti, la manifestazione ha voluto e vuole essere, in ogni sua edizione, un omaggio alla vita contadina di un vasto ed importante comprensorio calabrese d’inizio secolo scorso, e alla laboriosità e all’utilità del “ciuccio. Questa gara con i ciucci viene rievocata sulle ali di vecchie leggende legate alla storia secolare del Comune catanzarese, e connesse al nome dei nobili Politi, potenti signori di queste terre e di vasti domini circostanti. I Politi giocavano un ruolo di notevole importanza nelle contese dei feudatari della zona. Le cronache del tempo narrano che questi feudatari avevano persino la loro festa annuale. Un giorno all’anno, infatti, essi riunivano i propri coloni e con loro creavano una giornata di giochi e balli, ma soprattutto i festeggiamenti volevano mettere in evidenza la fatica e la semplicità del lavoro umano, di conseguenza, proprio l’asino, animale rispettoso e soprattutto instancabile, fu scelto come simbolo.

Le squadre che oggi prendono parte a questo Palio sono le contrade vicine a Guardavalle e nello scenario di quello che fu l’antico feudo dei Politi, attualmente sorge un’attrezzatissima azienda agrituristica. I fratelli Guido hanno rilevato il fondo di Fassi ed hanno avuto la brillante idea di ricreare la magia di quei tempi, un binomio tra storia e divertimento per riscoprire le antiche tradizioni.
Adiacente al Museo di Pietrarotta, museo di civiltà contadina e antichi mestieri, in cui si è tenuto un convegno di inizio manifestazione sul tema “L’asino: tradizione, turismo e produzione letteraria”, l’antico feudo viene allestito, per l’occasione, di banchetti, scene di vita dell’epoca, mercati popolari e giochi, rispettando fedelmente le regole e le cadenze di un tempo lontano, infatti gli acquisti, in ogni edizione del palio, vengono consentiti solo utilizzando una carta moneta che riproduce l’antico feudo. Nell’arco dei cerimoniali hanno preso posto, anche nell’VIII edizione, i vecchi utensili della vita quotidiana, lumini, ceri, vecchi mestieri, immagini ormai quasi dimenticati, che lasciano spazio alla poesia e al sogno. Ma anche giochi di fuoco, addestratori di rapaci, danzatrici del ventre, fachiri con serpenti, mangiafuoco, insomma ogni forma artistica di certo non ha annoiato i tanti visitatori, recatisi al Palio. Perfino quest’anno durante i tre giorni di festa sono stati riproposti tanti sapori e profumi sulla base di accurati studi e ricette mai svelate.

L’evento che ha raggiunto negli anni, dal 2005 ad oggi, numerosi consensi ed ha visto confluire a Guardavalle un numero sempre più crescente di turisti, ma anche di studiosi e amatori delle più antiche tradizioni contadine, ha raggiunto l’obiettivo che gli organizzatori si erano prefissati. Oltre a salvaguardare e reintrodurre l’asino nella nostra cultura, l’evento è stato finalizzato alla riscoperta delle origini della civiltà contadina, facendo così ritrovare il rapporto uomo-animale-natura. Ma soprattutto in un ambiente, a contattocon la natura, il “fare festa”, nell’atmosfera e con gli ingredienti di una volta, ha contribuito così a prolungare la stagione turistica in Calabria.