
Il bergamotto (Citrus Bergamia Risso) appartiene alla famiglia delle Rutacee ed è una pianta endemica della costa Jonica della Calabria. L’olio essenziale consta di una frazione volatile, che costituisce circa il 93-96% dell’intero olio e di un residuo non volatile, che costituisce il rimanente 4-7%.
E’ un agrume singolare, con un profilo unico di flavonoidi e di flavonoidi glicosilati ( neoeriocitrina, la neoesperidina, la naringina, la rutina, la neodesmina, la rhoifolina e la poncirina) presenti sia nel suo succo che nell’ albedo (pellicola interna spugnosa della buccia degli agrumi, di colore bianco-giallognolo). Proprio la composizione chimica di questi flavonoidi, oltre al loro contenuto particolarmente elevato, differenzia il bergamotto dagli altri agrumi, giocando, soprattutto, un ruolo importante nel migliorare l’aterosclerosi grazie ai loro effetti anti antiossidanti ed anti-infiammatori. Significative, al riguardo, le parole di uno dei nomi più autorevoli della cardiologiaitaliana, il professore Livio Dei Cas: “Probabilmente, neanche voi calabresi vi rendete conto di quello che avete in mano”.

Il lavoro prende le mosse dalla composizione chimica dei flavonoidicon il risultato che il bergamotto viene proposto come meccanismo alternativo di terapia contro l’iperlipidemia, il più importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e quindi per lo sviluppo di aterosclerosi coronarica
E’ il 2008 quando il gruppo guidato dal professorereggino Franco Romeo pubblica su “Journal of CardiovascularPharmacology and Therapeutic”un lavoro in collaborazione con il gruppo del prof. Enzo Mollace. Sia da studi in vivo sull’animale che su quelli invitroemerge come la frazione non volatile dell’estratto del bergamotto possieda alcuni effetti vaso protettivi capaci di inibire la restenosiche si viene a creare nella carotide del ratto dopo il balloon injury (danno da pallone). Ancora,questo prodotto possiede spiccate capacità antiossidanti in grado di ridurre in maniera significativa i ROS (radicali liberi dell’ossigeno).
In tempi più recenti, arrivaun ulteriore articolo su “Fitoterapia”: somministrando l’estratto di bergamotto, si ha una riduzione del Colesterolo Totale,un incremento del Colesterolo HDL del 33% ed una diminuzione dose dipendente dei valori glicemici del 18% per 500 mg/die e del 22% per 1000 mg/die.In pratica, il bergamotto, se non sostituisce le statine, di certo si comporta come queste ultime.

Dunque, dallo studio- che intanto prosegue con tenace passione e rinnovato vigore- si evince come questo nuovo integratore derivato dal bergamottopossa dimostrarsiunvalido aiuto nel combattere la dislipidemia, specialmente in quella fascia di pazienti intollerantialle statine o in tutti quei pazienti giovani affetti da dislipidemia in cui non si vuole iniziare una terapia aggressiva con farmaci importanti quali le statine, ma nei quali si vuole intraprendere un programma di prevenzione primaria.