Le pipe posso essere delle vere e proprie opere d’arte.
Capolavori d’artigianato, che racchiudono in sé non solo la maestria delle mani di chi le intaglia ma anche il cammino, la storia di un intero Paese. Come le pipe del maestro calabrese Vincenzo Grenci, che da quasi mezzo secolo a Brognaturo, intaglia pezzi unici, amati, tra gli altri, dall’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, da Enzo Bearzot e dallo storico sindacalista Luciano Lama. In occasione di Expo 2015 Vincenzo Grenci è stato scelto come portabandiera dell’eccellenza artigiana calabrese.
A cesellare la prima pipa Grenci è il papà di Vincenzo, Domenico. Ebanista e intagliatore emigra in America, a Chicago nel ’68: “Avevo 12 anni - ricorda Grenci al Corriere della Sera. Un giorno, passa davanti a una vetrina e rimane colpito da alcune pipe scolpite con forme antropomorfe. Dopo un po’ di giorni che ripetutamente sostava davanti al negozio, il padrone gli chiede cosa volesse, lui rispose ‘sono un intagliatore, posso farle anche io’. Ne realizzò una talmente bella che il padrone lo assunse subito e gli creò uno spazio dove la sera mio padre realizzava le sue creazioni praticamente in vetrina lungo la strada. La gente incuriosita si fermava e il suo lavoro cresceva”.
Dopo l’esperienza negli States, Domenico torna nella sua terra e apre il laboratorio a Brognaturo che diviene da subito un riferimento di precisione, originalità e raffinatezza. La tradizione continua fino ad oggi: Vincenzo Grenci non realizza pipa senza prima aver scelto personalmente la radice. Ognuna è un pezzo unico e nasce dall’ispirazione di questo maestro dell’intaglio che si lascia guidare dall’andatura del legno. Tutti pezzi unici, come racconta lo stesso Grenci a Cna Storia: “Le pipe più grosse erano per Enzo Bearzot, mentre Pertini, che a mio padre dava del tu, non le voleva troppo pesanti”.
Per la creazione delle sue pipe, Grenci si affida al legno di erica arborea. Per arrivare alla creazione finale, il processo di lavoro può supera anche i dieci anni. Tutto inizia con i “cioccaioli” che portano in bottega la radica rigorosamente appena estirpata -non deve essere, colpita dal sole per evitare la formazione di crepe nel legno. La radice viene immediatamente portata al taglio, formando quelle che in gergo tecnico vengono definite “placche”, destinate alla bollitura in caldaie di rame per eliminare dal legno il tannino che altrimenti altererebbe il bouquet del tabacco. Dopo la bollitura, le placche vengono tenute a lungo in luogo fresco e riposte su scaffali per la stagionatura al naturale. Oggi i ritmi della produzione in serie inducono molti produttori a velocizzare i tempi (bastano appena 15 giorni di stoccaggio se l’essiccazione è ottenuta meccanicamente). Grenci segue metodi antichi e ha la pazienza di aspettare anche dieci anni, secondo gli insegnamenti del padre.
Il prodotto finale può arrivare a costare dai 200 ai 1500, anche 2 mila euro, a seconda della fattura e del taglio del legno. La storia della famiglia Grenci è ricca di cultura che veicola il nome della Calabria migliore nel mondo.
*foto di Mario Vallone dal blog vibonesiamo.it