Il passaggio di colei che soleva definirsi “una piccola matita nelle mani di Dio” (premio Nobel per la pace e amica di Giovanni Paolo II), è tutto documentato negli scatti di Rosario Cananzi e nei servizi giornalistici dell’epoca. Si lega all’impegno profuso da Don Lillo Altomonte a sostegno della comunità degli zingari nel rione Modena che la spinse a fondare anche nella città dello Stretto una casa delle missionarie della Carità come tante sparse in tutto il mondo.
Per le sue suore, Madre Teresa chiese una vita in assoluta povertà escludendo ricompense per il loro operato ma con la disponibilità di una piccola cappella per riunirsi in preghiera.
C’è una bella foto che ritrae don Altomonte mentre accompagna Madre Teresa lungo le vie dimenticate della città, fra polvere e sassi.

“Non esiste alternativa alla carità: quanti si pongono al servizio dei fratelli, benché non lo sappiano, sono coloro che amano Dio", ha detto Papa Francesco - che l’ha proclamata santa lo scorso 4 settembre, a 19 anni dalla morte e 17 dall'inizio della causa di canonizzazione. “La vita cristiana, tuttavia - ha specificato il Pontefice - non è un semplice aiuto che viene fornito nel momento del bisogno. Se fosse così sarebbe certo un bel sentimento di umana solidarietà che suscita un beneficio immediato, ma sarebbe sterile perché senza radici. L'impegno che il Signore chiede, al contrario, è quello di una vocazione alla carità con la quale ogni discepolo di Cristo mette al suo servizio la propria vita, per crescere ogni giorno nell'amore”.