Nei mesi scorsi è stato nominato tra i membri della Giunta dell’Assemblea della Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Quali prospettive possono esserci per l’Università “Mediterranea”?
“E’ stata una grande soddisfazione. La Crui è l’organo di rappresentanza dei Rettori degli atenei italiani. L’operatività dell’organo che coopera con il ministero della Ricerca può incentivare l’incremento di politiche per la ricerca universitaria che fungano da stimolo e sostegno all’intero sistema universitario del Mezzogiorno. Gli atenei, nonostante i sacrifici che l’attuale congiuntura impone, condividono il percorso virtuoso che si sta tracciando con determinazione in particolare su due grandi temi il primo è la riforma del finanziamento delle università che da un’attuale sorta di fractio panis, porterà, sia pure in un tempo non brevissimo, al più equo parametro del costo standard insieme con un vero sistema di incentivi basato su performance realmente misurabili. Il secondo e’ la necessità di una profonda semplificazione delle procedure. Troppe volte, negli anni passati, l’università è stata inscatolata in una normativa rigida e spesso avulsa dalla realtà, senza mai comprenderne le specificità e soprattutto senza compiere l’imprescindibile fatica di forgiare principi, e strumenti alle pur molteplici e complesse sfaccettature della ricerca”.
La crisi economica ha avuto conseguenze anche sul sistema universitario, rendendo necessario un ridimensionamento, ma anche un ampliamento e una diversificazione dell’offerta formativa al fine di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro?

Come avete fronteggiato le difficoltà legate alla minore disponibilità di risorse economiche?
“Attraverso una serie di sacrifici. Abbiamo dovuto fare fronte ai tagli del finanziamento ordinario e conseguentemente abbiamo decurtato le spese che venivano fatte dall’università. Abbiamo investito in altri settori, cercando di razionalizzare l’offerta formativa e incentivando la ricerca, tramite un accordo generale con i Rettori del Mezzogiorno. Il nostro obiettivo è di mantenere standard qualitativi alti, fornendo nello stesso tempo la possibilità agli studenti di scegliere la formazione adeguata che risponda alle esigenze inerenti il mercato del lavoro. Le difficoltà maggiori sono legate a due problematiche distinte. Spesso, infatti, si preferisce lasciare la Calabria per frequentare il ciclo degli studi universitari fuori sede, pensando alle future prospettive di occupazione che rendono complicato nel nostro territorio l’accesso al mercato del lavoro. Questo, tuttavia, è in controtendenza con la presenza di poli didattici di eccellenza in Calabria che offrono un’alta formazione, con livelli diversificati e qualitativi che non hanno nulla da invidiare ad altre università. Inoltre, bisogna tenere presente la difficoltà economica che comporta per le famiglie dover mantenere i propri figli negli studi fuori città, nella prospettiva di trovare una maggiore offerta lavorativa. Tale possibilità, però, potrebbe essere tenuta in considerazione per le lauree specialistiche o le facoltà che non sono attive, come quella in ‘Fisica teorica’, per cui esiste un ottimo polo a Roma alla ‘Sapienza’ o per alcuni rami di ingegneria previsti all’università di Pisa.

Basta scegliere l’università e il corso di laurea più adeguati alle proprie aspettative per raggiungere in maniera più efficace l’inserimento nel mondo del lavoro, oppure il collegamento tra università e mercato rimane un anello mancante?
“Il mondo del lavoro è diventato molto selettivo. E’ necessario dunque compiere una carriera universitaria brillante. Sono fermamente convinto che il merito venga sempre premiato. Il collegamento con il mercato del lavoro, in Calabria, dipende dalle situazioni esistenti e dal contesto sociale presente che non dipendono dall’università, né la stessa può adeguarsi ad una domanda che di fatto non esiste. In questo senso si sta tentando di aprire una serie di attività attraverso le start up, società di spin off per rivitalizzare anche questo settore. Il mercato del lavoro non risponde alla logica universitaria, stiamo cercando di trovare un collegamento per agevolare l’inserimento degli studenti tramite percorsi alternativi”.
Fin dal suo insediamento ha avviato un percorso di riqualificazione dell’ambiente attorno all’università e di implementazionedei servizi. Vuole soffermarsi su queste iniziative?

Parliamo della costruzione della casa dello studente. L’opera è in stato di abbandono da diverso tempo. Quali interventi sono previsti sulla struttura?
“Per il completamento dei lavori della casa dello studente, ci sono stati una serie di problemi di carattere tecnico. Il nostro intento è di diminuire i numeri dei posti letto da 400 a 200 e mettere la casa prima in condizioni di sicurezza sismica e di stabilità strutturale, vista anche la presenza di un torrente nelle vicinanze. Per questo abbiamo un’apposita progettazione completa. Una volta terminati i lavori di sistemazione, passeremo alla creazione di un parcheggio e di un ingresso collegato con l’università”.
Il confronto imposto dal contesto europeo spinge le università italiane a essere maggiormente competitive, magari incrementando la ricerca. Che ne pensa?
“Dobbiamo essere legati al sistema universitario italiano che ha punte di eccellenza e funziona anche bene. E’ necessario stare al passo con le università che ci sono in Europa, incrementando gli scambi tramite l’ Erasmus e ampliando l’offerta formativa. Stiamo concretizzando accordi con gli atenei di Messina, Catanzaro e Cosenza per creare alcuni corsi che saranno federati tra i tre atenei per aumentare la possibilità di formazione e aumentare il numero degli iscritti ai singoli corsi di laurea. I finanziamenti della ricerca in Italia sono minori rispetto al resto dell’Europa. La ricerca di base viene sufficientemente sostenuta, al contrario per la ricerca più approfondita le difficoltà sono nel reperire risorse. L’università ‘Mediterranea’ sta portando avanti grandi progetti di ricerca e studi come quelli legati al bergamotto. In sinergia con la Camera dei Commercio, posizioneremo all’interno dell’ateneo dei laboratori di grandissimo livello, quasi unici in Europa, per lo studio delle essenze alla vecchia stazione sperimentale. Inoltre, stiamo ristrutturando l’antico orto botanico, che era in condizioni di abbandono, verrà creato un centro aperto per gli studenti e i cittadini che potranno usufruire di un giardino botanico all’interno della città”.