Attualmente le religiose sono presenti in Italia, Brasile, Africa, Stati Uniti e Argentina. Diversi i temi che hanno ispirato i lavori capitolari. Si è riflettuto su come ridare “luce” e “sale” alla vita consacrata ed è stata evidenziata l’urgenza di un ridisegno delle presenze e delle opere delle Immacolatine nel mondo, attualizzandone il carisma. Sfide che dovranno essere raccolte, nel corso del suo mandato, da madre Scolastica Sestito. Donna minuta, umile, sguardo mite, com’è tipico di chi trae forza dalla fede, la sua determinazione l’ha dimostrata da giovanissima.
Nata a Chiaravalle, centro collinare delle Preserre catanzaresi, nel 1942, da una famiglia di contadini, ha sempre desiderato di intraprendereil cammino di religiosa. Un progetto però non condiviso dai suoi genitori. Nella cittadina era presente una casa delle Figlie di Maria Immacolata, ma ha frequentato le suore solo per un brevissimo tempo, durante la scuola materna.
Compiuti però i sedici anni giunse la decisione, ferma e irrevocabile, della giovane Maria, questo il nome di nascita, di seguire la sua vocazione. «Sono entrata in questo Istituto – ci ha raccontato – perché il Signore e la Madonna mi hanno voluta qui, non per scelta mia. Ho incontrato una suora e mi sono fatta consigliare. Avevo frequentato la scuola fino alla quinta elementare e l’Istituto mi ha consentito di proseguire gli studi, conseguendo la laurea in pedagogia. Ed è grazie sempre all’Istituto se oggi ricopro questo ruolo».
Qual è il carisma che anima l’Ordine?
Il carisma è servire con amore e dedizione Dio nei fratelli. Le opere si rivolgono alla infanzia e alla gioventù svantaggiata.
L’attività del suo Ordine si articola in missioni, adozioni che si rivolgono ai più bisognosi, pastorale giovanile, formazione religiosa ed anche nel Movimento ecclesiale Ami. Quali le priorità?

Le Immacolatine sono presenti in diverse nazioni, dai Paesi più ricchi ai Paesi più svantaggiati, come fare a diminuire il divario tra Nord e Sud del mondo?
Non sono d’accordo con l’assistenzialismo. Anche noi ci occupiamo di adozioni a distanza, ma perché ce lo chiedono conoscendoci. Lo facciamo per aiutare i più bisognosi. Ritengo che se c’è chi può, chi ha i soldi, può investire per insegnare come coltivare la terra, per costruire dei pozzi in modo che quella povera gente possa avere dell’acqua. Se c’è questa risorsa è possibile lavorare il terreno. Richiamo queste che sono le cose più basilari, ma si possono anche costruire scuole per l’istruzione, degli ospedali per dare la possibilità di curare dei bambini. Ad esempio, grazie ad alcune associazioni di volontariato, abbiamo realizzato un piccolo ospedale in Africa, per accogliere dei bambini che, altrimenti, non ce la farebbero ad arrivare in città e morirebbero per la mancanza di assistenza immediata. Educhiamo ancora le mamme a curare e assistere i loro figli, alle regole fondamentali in tema di igiene.
Papa Francesco ha ridato nuova linfa alla Chiesa e ha dichiarato che vorrebbe dare più "peso e più responsabilità" alle donne. Quale deve essere a suo avviso il ruolo della figura femminile?

È intuibile quindi cosa lei ne pensi dell’ipotesi lanciata dal quotidiano spagnolo “El Pais” e da più parti ventilata secondo la quale Papa Bergoglio mediterebbe di far accede le donne nel collegio cardinalizio. Papa Raztinger pare avrebbe voluto nominare cardinale Madre Teresa di Calcutta.
Se il Papa lo riterrà opportuno, non sarò certo io a dire che le donne non debbano entrare nel collegio cardinalizio, ma non lo ritengo indispensabile.
Si parla spesso della crisi di valori che attanaglia questa società, come fare a rinvigorirne il significato, a ridestare tra gli uomini lo spirito cristiano e religioso?
Forse da chi fa parte della Chiesa, per esempio suore e sacerdoti, ci vogliono molta più umanità e molta più accoglienza. Saper accogliere, essere umani con qualsiasi persona penso che aiuti la gente a riscoprire quello che è il messaggio di Gesù.
Come ha accolto la nomina a Madre generale?
Durante i pronostici io avevo detto “assolutamente no”, però nel momento dell’elezione mi sono sentita responsabile nei confronti dell’Istituto e quindi per il suo bene ho accettato. Non so poi se questo abbia comportato realmente un bene, solo Dio lo potrà valutare!