La storica processione del quadro della Santa Madre, che dall’Eremo, luogo storico dove è custodita l’Effige Benedetta di Maria, viene portato fino al Duomo a settembre, dove rimarrà fino a novembre, è seguita da centinaia di migliaia di fedeli che accorrono da ogni parte della provincia.
La Vara che pesa circa 1200 kg è trasportata da più di 110 portatori seguiti da un’impressionante folla che accompagna la Sacra Effige, portata a spalla, nella sontuosa cornice, dal Santuario dell’Eremo alla Cattedrale. Nei mesi scorsi, per la Vara della Patrona di Reggio sono stati autorizzati i lavori di restauro ed inseriti nell’ambito degli interventi sui bei culturali oggetto della delibera di Giunta Regionale. Lo stanziamento previsto sulla base di un’intesa tra il Mistero dei Beni culturali e la Regione è stato di 120mila euro. Abbiamo parlato con Padre Giuseppe Sinopoli, custode dell’Eremo e del quadro e da 25 anni depositario di una storia centenaria, testimoniata da lui stesso con documenti e fotografie raccolte nel corso del tempo e pubblicate in un libro una storia che coinvolge tre scenari: la Madonna della Consolazione, i Frati Cappuccini e il popolo reggino. Un libro dai linguaggi diversi: quello della storia e della scienza; il linguaggio delle icone e dei volti; quello ecclesiale e popolare, ma anche della preghiera e del canto. Il linguaggio, infine, del silenzio. Padre Sinopoli ha sempre ribadito l’importanza della presenza della Madonna nella sua vita, rappresentata da qualche segno divino che ha vissuto sulla sua pelle proprio in un momento difficile.
Invocando il suo aiuto, tutto è andato bene e per chi ha fede, per chi è peccatore, questo è un segno di vicinanza. La prima descrizione dell’apparato mobile per il trasporto processionale del quadro della Madonna della Consolazione si trova nei “quadretti storici” redatti da monsignor Antonino De Lorenzo 1885. A dare una spinta determinante per il via libera all’intervento di restauro della Vara è stato il Presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto. Il finanziamento per il restauro della Vara è stato personalmente il frutto dell'impegno politico-istituzionale del presidente Irto, che ha commentato: “Sono soddisfatto e orgoglioso per questo risultato che va nella direzione sollecitata da tempo dall'associazione dei portatori della Vara, presieduta da Gaetano Surace, volta a restituire l'antico splendore a questo patrimonio del nostro popolo. La Madonna della Consolazione è un forte elemento dell'identità della comunità reggina ed è espressione della cultura calabrese”. Per il presidente del Consiglio regionale, “la conclusione della procedura concertativa tra il Mibact e la Regione, per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, consentirà di mettere a sistema le risorse culturali del territorio, anche ai fini di una valorizzazione turistica dell'intera Calabria. In questo senso, è stato fondamentale il lavoro svolto dal segretario regionale del Mibact, Salvatore Patamia, che ringrazio”. Il culto della Madonna della Consolazione a Reggio, si fa risalire ad una famiglia genovese che tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 si trasferì nella nostra città portandovi un’immagine di questa Madonna, alla quale era molto devoto.
Per custodire questo quadro, fu costruita una cappelletta sulla collina detta “La Botte”, e i terziari francescani ne ebbero la custodia (i terziari furono detti Romiti e da qui il nome di Eremo al luogo che accoglieva la cappella).
In seguito alla venuta dei Cappuccini a Reggio, la custodia del quadro fu affidata ad essi.
Nel 1547 il pittore reggino Niccolò Andrea Capriolo riprodusse, per incarico del nobile Camillo Diano, la primitiva immagine della Madonna, in un quadro di dimensioni notevolmente maggiori, e vi inserì le figure di S. Antonio e S. Francesco.
Il quadro originario venne trattenuto dalla famiglia Diano e di questo si persero le tracce in occasione del suo trasferimento a Malta.
Nel 1569 sorge la prima chiesa sulla collina dell’Eremo e il culto si diffonde.Negli anni successivi tante calamità minacciano la popolazione: terremoti, assalti dei Turchi, pestilenze gravissime, ma Reggio è sempre salvaguardata per la protezione di Maria che viene invocata con tanta fede e che, nei momenti di maggior pericolo viene portata in città, facendola scendere dal suo Eremo.
Già nel 1576 i Reggini avevano proclamato Maria della Consolazione patrona della città, nel 1752 se ne conferma solennemente il patrocinio.
Il terremoto del 1908 distrugge la chiesa dell’Eremo e il convento che, subito dopo, vengono ricostruiti in maniera provvisoria.
Solo nel 1965 viene inaugurato il nuovo santuario, fatto costruire da Mons. Giovanni Ferro.