I calabresi prima di sentirsi orgogliosamente parte della Magna Grecia, dovrebbero riscoprire l'essenza e la storia dei Bruzi (in latino Brettii). Un popolo con una tradizione ricca, plurimillenaria e che ha lasciato delle tracce indelebili in Calabria.
I Bruzi erano operosi, promuovevano la pastorizia, l'agricoltura a terrazze ed erano capaci di aprirsi ad altre culture come i greci e cartaginesi. I loro cavalieri produssero un commercio importante grazie alla presenza della foresta silana, che significava lavoro e ricchezza e che li portò anche a mercanteggiare il legname con dell'oro.
Oggi è conservato presso il Museo Nazionale di Napoli insieme ad una collana con un pendaglio a forma di colonna dorica, rinvenuta nel territorio di Tiriolo. Questa popolazione formatasi durante l'età del Ferro e il cui centro nevralgico era Consentia (Cosenza), ha lasciato diverse tracce, tra tutte anche per importanza cronologica, il Parco archeologico di Gianmartino a Tiriolo. Sotto l'ex campo sportivo sono state portate alla luce i resti di un edificio di cultura Brettia (IV - III sec. a.C). Si è parlato di questo piccolo ma importante borgo calabrese, situato nella provincia di Catanzaro, nella Casa della Cultura a Tiriolo in occasione della presentazione del libro “Enotri e Brettii in Magna Grecia. Modi e forme di interazione culturale”, a cura di Giovanna De Sensi Sestito e Stefania Mancuso (Rubbettino Editore 2017), organizzata dall'associazione culturale Teura. L'archeologo Roberto Spadea ha evidenziato che le ricerche non si sono esaurite, nonostante la scoperta archeologica del Gianmartino. Quello di Tiriolo lo ha definito uno scavo complesso ma anche di grande stimolo per le sue caratteristiche architettoniche. All'interno interessante è la tomba che già nell'antichità fu violata e dove vennero collocati vari uomini in diverse decadi. Nonostante questa imponente scoperta il dott. Roberto Spadea, ha fatto presente che il raggio d'azione delle ricerche deve necessariamente allargarsi. In modo particolare bisognerà osservare il Tirreno e lo Jonio, puntando lo sguardo su Kaulonia. Mario Pagano sovrintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, ha definito il centro archeologico di Tiriolo tra i più importanti dei Brettii, anche se non vi sono tracce di vita posteriore alla distruzione violenta di questa struttura, dovuta probabilmente ad un incendio. A complicare le ricerche c'è il problema delle fonti. Il dott. Pagano ha ricordato come esse siano soggette a mutamenti e che potrebbero risultare tendenziose. Questo perché gli scritti antichi, passando di mano in mano, da generazione in generazione potrebbero differire dall'originale. In quest'ottica l'archeologia da sola non può dare tutte le risposte. Unanime e convergente è stata la soluzione delle tre storiche: Giovanna De Sensi Sestito, docente di Storia Greca, Unical, Stefania Mancuso docente di Archeologia Classica, Unical e Maria Letizia Lazzarini docente di Epigrafia e Antichità Greche presso La Sapienza, Roma. In base alle fonti storiche, in Calabria per avere un quadro dettagliato, l'unica soluzione è incrociare i dati con esperti di numismatica, epigrafisti, storici, archeologi e tutte quelle professionalità che possono aiutare a conoscere a fondo le dinamiche che hanno portato alla nascita e alla fine dei Bruzi in Calabria. Unire le forze, ed è quello che è accaduto nella stesura del libro “Enotri e Brettii in Magna Grecia. Modi e forme di interazione culturale” dove tra il primo e il secondo volume, si sono alternati quarantacinque professionisti. Antonio Montuoro presidente dell'associazione culturale Teura che ha organizzato l'incontro con i cittadini, ha lanciato un monito a tutela sia delle tradizioni, sia dei miti e leggende della Calabria. Una terra che se perde la propria identità, rischia di cadere nell'anonimato. Il dottor Montuoro per il futuro ha espresso un desiderio: che il territorio dell'istmo diventi un gigantesco cantiere di scavi per portare alla luce l'immenso patrimonio archeologico che va dal periodo protostorico al medioevo.
I Brettii a Tiriolo hanno lasciato un'impronta importante anche perché nella loro storia sono entrati in contatto con personaggi storici di rilievo come Spartaco e Annibale. Indubbiamente la storia dei Bruzi è ricca di spunti storici importanti, di battaglie e di personaggi che hanno segnato profondamente questa popolazione tant'è che erano riconosciuti come una potenza in ascesa. Numerose sono state le battaglie contro Roma, le più importanti di queste però si conclusero con delle sconfitte. Nel 275 a.C. i Bruzi si allearono con Pirro re d'Epiro e pochi anni dopo nel 270 a.C. Consentia cadde e fu annessa al territorio dei Romani. Ma i Brettii erano un popolo sia forte sia orgoglioso e si rialzarono subito da quella disfatta. Approfittando dell'invasione di Annibale nel 218 a.C., riconquistarono Consentia per poi muoversi contro Roma. Ma anche Annibale cadde sotto i colpi dell'esercito romano e fu costretto alla ritirata. I Brettii ritornarono nelle proprie terre e Roma confiscò il territorio trasformando Consentia da città-stato a colonia romana (II e I secolo a.C.). Il colpo di grazia i Brettii l'ebbero quando si allearono con Spartaco nel 73 a.C.. Ci vollero due anni di sanguinose battaglie affinché Roma si potesse dichiarare vittoriosa segnando definitivamente, la fine dei Bruzi.