A parlare sono i numeri. Più di 500 persone hanno visitato la mostra “CANGIARI ManoAmano Fashion. Environment. Society” presentata pochi giorni fa nella suggestiva cornice del Museo Beit Ha'ir della città di Tel Aviv-Giaffa.

La scelta di Cangiari - secondo la Callea - è stata soprattutto motivata dall’impegno sociale che la linea rappresenta. Il marchio, infatti, facendo parte del consorzio Goel, «contribuisce alla difesa dei diritti umani e soprattutto dei diritti delle donne e dei giovani rispettando quanto previsto dal trattato di Lisbona». «Inoltre –specifica la direttrice – l’impegno della linea di promuovere lo sviluppo di una cultura della sostenibilità attraverso il rispetto delle risorse naturali, unisce il nome di Cangiari alla politica adottata dall’Unesco, ossia conservare e valorizzare il proprio patrimonio immateriale».Valorizzazione, questa, che si può definire, a tutti gli effetti, il punto di forza di questo marchio, nato proprio con l’intento di voler conservare la tradizione calabrese di lavorazione dei tessuti pur adottando tecniche più moderne.
I riflettori di Tel Aviv sono stati puntati interamente sulla tradizione della Calabria. Non si è trattato dunque di una sfilata nel senso stretto della parola, ma di un percorso guidato all’interno della filosofia stilistica e culturale della regione, un omaggio alla tradizione artigiana, a quel lavoro “paziente e manuale”, alle radici profonde della nostra terra.

«In qualità di direttore – ha spiegato la Callea - ho focalizzato l’attenzione sul consorzio Goel e sulla linea Cangiari di cui, essendo anche io calabrese, conosco bene il significato della parola stessa: cambiare».
Ed è proprio su queste iniziative che deve far leva quel processo di cambiamento che la Calabria aspetta. «Una Calabria – ha detto il direttore - che si adopera per lo sviluppo del proprio territorio, una Calabria piena di cultura cheaffonda le proprie radici nella Magna Grecia e quindi nell’arte bizantina. Una terra, la nostra, che in un contesto europeo ed internazionale può dare il proprio contributo per promuovere e portare avanti un dialogo interculturale».
Puntare sulla cultura e sulle tradizioni. E’ questo quindi il messaggio principale che arriva dalla lontana Tel Aviv. Una città che ha avuto il piacere di conoscere una regione diversa dai soliti stereotipi e proiettata al futuro grazie alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Un patrimonio unico che può davvero farci CANGIARI.