Il piano dei trasporti individua tre aeroporti: Lamezia, Crotone e Reggio ai quali si deve assicurare continuità e stabilità.
La consigliera regionale Flora Sculco: "il Sant’Anna è un aeroporto da strappare alla precarietà" Circa 17 mila passeggeri in un mese di attività, questi i numeri dello scalo pitagorico. Stop del volo da e per Pisa a fine agosto e fine dei voli programmati da Ryanair prevista per il 27 ottobre, queste invece le prossime scadenze. Una storia, quella dello scalo crotonese, segnata da alterne fortune, una storia contrassegnata dalla precarietà, ma una storia che il territorio sta cercando di cambiare. L'avvento di Sacal nella gestione dell'aeroporto di Crotone ha segnato un punto di svolta, lo ha fatto in negativo con la mancata riapertura,e l'inattività interrotta solo a giugno 2018 e non per precisa volontà e programmazione della società lametina, ma grazie all'intervento degli attori istituzionali locali e regionali e il ritorno di Ryanair.
Il ritorno della compagnia irlandese, voluto e reso possibile dall'impegno finanziario profuso dalla Regione Calabria, che ha investito 500 mila euro, la disponibilità a finanziare lo scalo da parte del Comune di Crotone e dei comuni del circondario, che hanno assicurato a Sacal 40 mila per 6 mesi con la sottoscrizione di un protocollo d'intesa che ha coinvolto non solo il Comune di Crotone ma anche i comuni di Scandale, Roccabernarda, Melissa, Carfizzi, Cirò, Casabona, Verzino, Caccuri, Cutro, Santa Severina, Castelsilano, San Nicola dell'Alto, Crucoli, Umbriatico, Cotronei, Belvedere Spinello, Mesoraca e di Cirò Marina, hanno consentito la ripresa dell'attività volativa da e per Crotone, ma hanno anche consentito a Sacal di spostare l'asticella delle responsabilità. Giova dunque ripercorrere la recente storia dello scalo pitagorico e lo facciamo grazie all'aiuto della consigliera regionale del territorio Flora Sculco. Una ricostruzione necessaria oltre che per comprendere chi e come deve assicurare la permanenza e lo sviluppo di questa infrastruttura strategica, ma anche per avere chiaro lo scenario che si delinea all'orizzonte. Sacal si è aggiudicata la trentennale gestione dei tre scali aereoportuali presenti sul territorio calabrese: Lamezia, Crotone e Reggio Calabria. Lo ha fatto vincendo un bando che prevedeva una premialità proprio per chi avesse partecipato per la gestione dei due lotti. " Una premialità – sottolinea la consiglieraSculco - non per la qualità del piano industriale." Premialità giudicata illegittimità a seguito del ricorso presentato da Sagas, società voluta dal Comune di Crotone e dalla Regione Calabria e nata con l'unico obiettivo di partecipare al bando per la gestione dell'aeroporto all'indomani della chiusura dell'esercizio provvisorio affidato alla curatela dopo il fallimento della Società S.Anna Spa nel mese di aprile del 2015. Da quel momento un susseguirsi di rimpalli tra la società vincitrice del bando, Sacal, e la società vincitrice del ricorso al Tar per l'annullamento del bando (Sagas), tutto questo con l'attività volativa ferma e l'aeroporto chiuso. Pressante in quei mesi l'attenzione dei cittadini dell'intero territorio; attenta la presenza e costante l'impegno delle istituzioni locali, Comune di Crotone per primo, con proprio la consigliera regionale Flora Sculco schierata in prima linea. "Nelle more della decisione affidata al Consiglio di Stato- ricorda il capogruppo di Calabria in Rete - a Sacal è stata affidata la gestione provvisoria dello scalo. Provvisorietà che è divenuta ben presto l'alibi per avallare scelte che in realtà erano già chiare nella mente dei vertici della società lametina al momento della redazione del piano industriale, un piano industriale che ignorava quasi completamente lo scalo crotonese". E' pur vero che quei vertici sono stati travolti e spazzati via dalle inchieste giudiziarie, ma è anche vero che chi è arrivato dopo, ha dimostrato di non voler, o potere, discostarsi dal programma iniziale: investimenti e programmazione pari a nulla per lo scalo crotonese. E oggi, con Sacal che non ha più l'alibi della provvisorietà, avendo Sagas rinunciato al ricorso, l'aeroporto S.Anna è comunque orfana di un piano industriale. La società lametina si trincera dietro un muro di silenzio, eludendo domande e richieste di informazioni sia degli attori istituzionali che della stampa. Così lo scalo pitagorico si trova a dover fare i conti con una società che schiva la responsabilità di una gestione che ha voluto ed ottenuto. Si trova a fare i conti con una "società, che - come sottolinea la consigliera regionale crotonese Flora Sculco - è contrattualmente inadempiente." Inadempiente rispetto ad un contratto che le affida la gestione di tre scali e non di uno, piuttosto che di un altro, che batte cassa ai Comuni del territorio per assicurare l'attività. Una società che ha partecipato al "flop FlyServus". Lo si deve, anche questo ricordare: solo Sacal ha titolo ad essere parte di una contrattazione con compagnie aeree. Nella confusione ben si possono mascherare le responsabilità, ed è per questo che si rende necessaria un'operazione verità,e non per puntare il dito contro qualcuno, non per poter aver un "cattivo" da dare impasto all'opinione pubblica, ma per consentire all'aeroporto di sopravvivere a tutto questo, per garantire il diritto alla mobilità, per salvaguardare un'infrastruttura dalla quale non si può prescindere per programmare lo sviluppo dei prossimi anni. In questa direzione la posizione di Flora Sculcosecondo cui: “Due sono le linee che dovranno guidare tutte le azioni nei confronti di Sacal: esigere il rispetto del contratto di affidamento della gestione trentennale ed il rispetto del piano regionale dei trasporti." "Entrambi – spiega l'esponente di Calabria in Rete - fanno sorgere in capo alla società presieduta da Arturo De Felice un obbligo giuridico. Il contratto con Enac, prevede la gestione dei tre scali calabresi, e non è ammissibile che Sacal dica di non avere le risorse finanziarie per la gestione di uno o più degli scali previsti nell'affidamento. Il piano regionale dei trasporti, prosegue Sculco, individua sul territorio regionale tre aeroporti: Lamezia Terme, Crotone e Reggio Calabria, ai quali si deve assicurare continuità e stabilità, e nel piano regionale, sottolinea la consigliera, non è stabilito alcun ordine di priorità: ai tre è riconosciuta la medesima dignità e lo stesso valore. E' giunto forse il momento di assicurare il rispetto delle norme, e il Governo centrale, Ministero dei Trasporti ed Enac, dovranno rendere conto al territorio. Rendere conto della mancata vigilanza di cui si sono resi protagonisti fino ad oggi".