Un Natale diverso... la cui tiepida attesa restituisce la dimensione di un periodo di sofferenza. La Calabria, oggi più che mai, sembra lontana dall'assicurare le certezze di cui i calabresi avrebbero estremamente bisogno, eppure ritrovare il senso cristiano del Natale aiuterebbe a non disperdere la speranza.
Ai tanti giovani che lasciano la nostra terra, a quelli che hanno intenzione di farlo, a coloro che sono rimasti e hanno investito su sé stessi, auguro tanta forza, tanta ambizione. Spero trovino l’entusiasmo di essere propositivi e baldanzosi, capaci di dettare l'agenda del proprio futuro, e che rappresentino, soprattutto, uno stimolo per quanti sono costretti quotidianamente a combattere per difendere la propria dignità: per i lavoratori lsu/lpu calabresi, per i precari e per i fuoriusciti dal mondo del lavoro, per i dipendenti degli istituti socio-sanitari di Reggio Calabria e per tutti coloro i quali sono alla ricerca di una dimensione di vita all'altezza dei propri bisogni. Per i padri e le madri calabresi che soffrono, il mio auspicio è che, in questo periodo in cui ogni sensibilità è fortemente sollecitata, possano vivere e beneficiare della serenità e dell'essenza del Natale, come dono cristiano e occasione di comunità. Che possano ritrovarsi in famiglia, che possano riscoprirsi famiglia.
Segni che sconcertano e preoccupano, sembrano favorire un lauto disfattismo, ed è proprio in questo scenario che la sfida è più ardua: aggredire inquietudini e timori per restare a galla e non rinunciare a sognare.
I giovani calabresi non devono rinunciare ai loro sogni, non è giusto! Chi ha la responsabilità delle scelte, politiche ed istituzionali, dovrebbe ascoltare i loro fermenti e farsene carico. La governance della cosa pubblica, a tutti i livelli, dovrebbe interrogarsi e chiedere scusa.
Viviamo un tempo in cui sembrano annientarsi le aspettative; basti pensare che indipendentemente dalle credenze religiose, il Natale era il momento più surreale dell’anno, dove tutto veniva amplificato e armonizzato. Oggi sembra tutto appiattito in una declinazione asettica e razionale. 'Fiducia e futuro' non sembra essere un binomio calzante. Ma l'incertezza e la rassegnazione non devono avere la meglio sulla speranza, espressione di responsabilità sociale e costruzione del 'domani'. Questo tempo ha l'assoluta esigenza di autenticità e solidarietà. A chi soffre, a chi vive la povertà, a chi percepisce la solitudine e a chiunque ne abbia bisogno, rivolgo il sincero augurio di vivere il santo Natale come un momento per ritrovare sé stessi.