Storie di una Calabria del XVI secolo e non solo

A condurre il filo narrativo del testo sono dunque le storie dei casati nobiliari locali, in particolare le baronie, che si trovano molto impegnate ad affrontarsi tra loro in scaramucce o battaglie sanguinarie, ricordando molto i capponi di manzoniana memoria, invece di intuire che in tutta Europa si gioca una partita fondamentale per gli equilibri del mondo intero. E dunque, quella che qualche vero conoscitore della nostra terra definisce sottilmente la “zona blu”, condanna, impegnata così come si trova a tutelare i propri interessi “di cortile”, la Calabria ad un ruolo assolutamente marginale ed ininfluente in un processo di dimensioni planetaria (o si potrebbe dire di pre-globalizzazione) e di importanza geopolitica di assoluto rilievo.
Nella trama intessuta dall’autore non mancano ovviamente le incursioni dei turchi sulle coste, una certa predisposizione nobiliare a dialogare con soggetti chiaramente malavitosi, la immane sofferenza della popolazione inerme che nessuno si prende davvero l’onere di difendere o quanto meno di trattare come essere umani e magari potenziali risorse positive.