Quattro giovani calabresi, Antonio Centorrino, Vincenzo Fratea, Gabriel Gabriele e Marco Macrì hanno dato vita al progetto di 'Aliva', realtà produttiva che crea complementi
d'arredo utilizzando legno di ulivo, pianta generosa e forte per definizione, proveniente esclusivamente dalla potatura di alberi secolari della Calabria.
Non si tratta di alberi abbattuti, tengono a precisare, ma la materia prima, il legno, che poi viene plasmato e riproposto in complementi d'arredo, è quella ricavata dalle operazioni colturali necessarie per fare rinvigorire la pianta. Attività, questa, affidata a potatori in possesso di titoli professionali riconosciuti da enti ufficiali.
Così ogni prodotto è riconducibile alla pianta che lo ha "generato" ed ha una storia legata al territorio: Milone, Demetra, Castore e Polluce, Dinami, Amendolara. Ogni creazione è numerata (vengono creati solo mille pezzi per articolo) e certificata con foto, localizzazione e dettagli sull'ulivo che ha donato il legno.
A tutto questo è associato un progetto ambientale per cui parte dei profitti generati dalla vendita dei prodotti Aliva saranno destinati a corsi di formazione gratuiti (per contadini ed aziende agricole) mirati alla sensibilizzazione dei territori interessati rispetto a tutte le minacce per la salute degli ulivi. Ogni prodotto venduto, inoltre, produrrà anche un sostegno per il Salento, martoriato dalla Xylella (causa di 21 milioni di alberi morti dal 2013 ad oggi). Infatti, in collaborazione con l'associazione pugliese OlivaMi, verrà piantato un albero di ulivo nell'area più colpita come piccolo, ma importante, segnale di rinascita.
Il progetto è stato presentato per la prima volta a Milano, in occasione della "Fiera dell'Artigiano", ma il suo evolversi può essere seguito direttamente online, tramite il sito internet www.alivadesign.it.
"Da calabresi - spiegano i fondatori di Aliva - abbiamo sempre vissuto circondati da alberi di ulivo. La loro presenza è costante in quasi ogni scorcio della nostra regione e quindi sono 'coreografia' nelle nostre vite. Hanno assistito silenti a tantissimi eventi della storia di questi territori ma anche a quelle nostre, personali, e continueranno a farlo con tutti quelli che ci seguiranno.
Spesso però sono visti solo come 'produttori di olive' quando, invece, sono soprattutto patrimonio naturalistico e storico da conoscere, rispettare e difendere".
Fonte: ANSA)