Nato a Corigliano Calabro l’11 febbraio 1963, è imprenditore commerciale nel settore auto - assicurativo.
Incaricato direttamente del Presidente Nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, a ricostituire l’Associazione Provinciale, ha assunto la carica di Presidente di Confcommercio - Imprese per l’Italia provincia di Cosenza l’11 giugno 2008. Nel 2010 è stato eletto dall’Assemblea Nazionale all’interno del ristretto gruppo del Consiglio di Confcommercio Nazionale per il quinquennio 2010-2015. Il 10 luglio 2012, l`Assemblea ordinaria dei Soci di Confcommercio Cosenza, lo ha confermato alla presidenza dell`Associazione. Rieletto presidente della Camera di commercio di Cosenza per il secondo mandato.
Giunto al suo secondo mandato di Presidente della Camera di Commercio di Cosenza, ci può delineare il bilancio del suo primo mandato e quali saranno i suoi obbiettivi per questo nuovo mandato?
Quando abbiamo iniziato il nostro percorso in Camera di commercio eravamo convinti che l’ente dovesse essere più aperto nei confronti delle imprese, che potesse dare servizi e più risorse al territorio e che, anche per questi motivi, rappresentasse un vero patrimonio della collettività, un patrimonio da preservare a vantaggio di tutti e sulla cui solidità anche le future amministrazioni avrebbero dovuto poter contare. E così ci siamo messi al lavoro. Nel mio primo giorno da Presidente ho aperto simbolicamente le finestre di questo edificio: c’era bisogno di aria nuova. Ma, come vi dicevo, noi volevamo aprire l’istituzione Camera di commercio. Lo abbiamo fatto con #OpenCameraCosenza.
Cos’è #OpenaCameraCosenza?
Il progetto che ci è valso il riconoscimento internazionale dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, e l’inserimento come caso esemplare all’interno dell’Osservatorio internazionale sull’Innovazione nel Settore Pubblico, con l’invito a presentare la nostra esperienza a Parigi nel novembre del 2017, unico ente pubblico italiano, davanti ad una platea di addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo. Con #OpenCameraCosenza abbiamo completamente ridisegnato l’organizzazione dell’ente capovolgendo quella che fino ad allora era una piramide con al vertice il presidente. Il nuovo vertice di questa piramide è oggi l’impresa. E poiché è vero che “le idee camminano con le gambe degli uomini”, abbiamo dato al personale dell’ente un’organizzazione più agile, permettendo ad ognuno di loro di essere protagonista; abbiamo costruito percorsi formativi di alto livello (con l’erogazione di più di 10.000 ore di formazione) ospitando figure di rilievo nazionale in giornate di studio aperte anche alla partecipazione gratuita di funzionari delle altre amministrazioni locali, perché crediamo nella condivisione della conoscenza; abbiamo proposto e adottato un sistema di valutazione altamente meritocratico, perché il lavoro merita il giusto riconoscimento; abbiamo agito in modo da essere non solo una guida ma un esempio, mettendo tutto il nostro impegno a servizio del territorio, senza avere né pretendere alcun compenso economico per il nostro tempo.
Di qualche settima fa la notizia della costituzione nella Camera di commercio di Cosenza, del Comitato Provinciale Anticontraffazione. Ci spieghi nel dettaglio come funzionerà.
Il Comitato Provinciale Anticontraffazione insediatosi lo scorso 4 ottobre rappresenta la prima iniziativa di questo genere nel Sud del Paese e la quarta in Italia dopo Firenze, Torino e Milano. Il fenomeno della diffusione di marchi e modelli contraffatti è tristemente noto e i suoi effetti negativi più rilevanti riguardano, dal punto di vista delle imprese, il calo del fatturato e la perdita di fiducia degli operatori nei confronti del mercato. Questa situazione ha l’ulteriore grave conseguenza di scoraggiare i creatori e gli inventori mettendo in pericolo l’innovazione e la creatività. Senza dimenticare i danni sociali connessi alla perdita dei posti di lavoro, allo sfruttamento della mano d’opera e al pericolo per la salute dei consumatori, le perdite per il gettito fiscale dello Stato e il pericolo per l’ordine pubblico. È per questo motivo che la Camera di commercio di Cosenza ha deciso di coinvolgere le istituzioni locali e le associazioni di categoria nella costituzione di un Comitato che possa realizzare indagini conoscitive sul fenomeno della contraffazione, promuovere azioni volte alla prevenzione e attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Quando istituzioni e corpi intermedi decidono di unirsi in uno sforzo comune per il bene del territorio, è già un risultato positivo ma è un primo passo che da solo non basta. Soprattutto quando ci si trova di fronte ad un problema come questo, che è chiaramente un problema culturale: il primo nemico da abbattere, infatti, è la connivenza di quei consumatori che ancora oggi non reputano la contraffazione un reato. Solo un’attività di contrasto integrata, condotta su più fronti, può essere in grado di contribuire ad arginare il fenomeno. È per questo motivo che il Comitato da poco istituito si metterà al lavoro fin da subito per programmare attività concrete da realizzare nell’immediato futuro e diventare un punto di riferimento nella lotta alla contraffazione nella nostra provincia.
Come le aziende possono svilupparsi e crescere sul territorio Calabrese?
Le nostre imprese hanno già il coraggio e l’intraprendenza che serve per operare ogni giorno in un territorio che non è tra i più avvantaggiati del Paese. Ma perché possano svilupparsi è crescere devono trovare la forza di aggiungere a questo coraggio quello di denunciare il malaffare e la burocrazia che pesano come zavorre sulle loro attività. Devono agire con trasparenza e pretendere trasparenza dalle istituzioni, senza paura di segnalare, anche pubblicamente, le situazioni che intralciano artificiosamente le loro scelte imprenditoriali.
Come sta operando la Camera di Commercio nei territori della provincia cosentina?
Come ho già detto, la Camera di commercio di Cosenza vuole dar vita ad un modo di fare nuovo e forse, fino ad oggi, lontano dall’idea Pubblica Amministrazione, una scuola di pensiero virtuosa in grado di radicarsi e proliferare autonomamente, un approccio diverso alla gestione e al lavoro, in cui la cosa pubblica è un bene comune che richiede l’impegno di tutti, nessuno escluso, e tutt’altro che uno strumento da piegare a questa o quella esigenza personale dell’amministratore di turno. Si tratta di avere una visione del futuro ben precisa. Si tratta di creare un modello positivo che si autoalimenti e alimenti, attraverso l’emulazione, una attitudine nuova in quei soggetti – istituzionali e non – che operano quotidianamente sul territorio, un’attitudine capace di trovare in sé stessa la forza di cambiare anche quello che viene più facile pensare non sia possibile cambiare.
Cosa possono fare le istituzioni calabresi per portare nuovo sviluppo all’aziende?
Così come le imprese hanno il diritto di pretenderlo, le Istituzioni hanno il dovere di porre un freno alla burocrazia e alle sue peggiori espressioni, ovvero a quegli ostacoli troppo spesso creati ad arte e ad esclusivo beneficio di soggetti estranei alle imprese. Vi sono troppe tasse ombra che gli imprenditori si trovano a pagare, e sicuramente non a favore dell’Erario. Spetta alle Associazioni di categoria ritrovare la vera ragione della loro esistenza, mettersi in gioco, perché è su questo fronte che ne va del loro futuro di corpi intermedi. Meno burocrati, quindi, ma anche più assistenza alle imprese: accompagnarle nel difficile percorso che si trovano ad affrontare ogni giorno e farlo con persone che provengano dal mondo delle imprese, le sole in grado di “intermediare” veramente nell’interesse delle imprese e non per tornaconto personale.