AFFETTI CON NOTE A MARGINE
lettere non spedite dai paraggi del rock
uno spettacolo in solitaria di Carmine Torchia
Regia: Simone Martino e Giuseppe Mortelliti

Carmine Torchia
AFFETTI CON NOTE A MARGINE
Album musicale di Carmine Torchia
13 canzoni come lettere mai spedite + una cover di Léo Ferré.
Data di uscita: settembre 2015
Casa discografica: PRIVATE STANZE
Genere: Rock
Sulla scia della tradizione legata al
genere espressivo definito Teatro-Canzone, è andato in scena su diversi palcoscenici d’Italia lo spettacolo in solitaria di Carmine Torchia“Affetti con note a margine. Lettere non spedite dai paraggi del rock. Canzoni, sketch e discorsi in una rappresentazione che ha visto legare la canzone d'autore all'approccio dialogico con lo spettatore, affrontando tematiche di forte impatto sociale e culturale. Tratto dall’omonimo album
Affetti con note a margine, pubblicato da Private Stanze nel 2015, lo spettacolo teatrale ha percorso lungo tutto l’anno un tour suggestivo tra i luoghi della cultura italiana, raccontando attraverso i monologhi e i suoni del compositore calabrese il perché di parole mai scritte, lettere mai inviate.“
Una storia che ha inizio nell’adolescenza - quando cioè si concretizza un reale e sanguigno interesse per la musica - per poi srotolarsi negli anni a venire. Il filo che collega il tutto è una manciata di canzoni scritte come lettere che non si sa se spedire, probabilmente per pudore, i cui destinatari sono di duplice natura: quelli che fanno parte della vita quotidiana; quelli che sono i grossi riferimenti culturali. Il protagonista è un ragazzo calabrese di quarant’anni, musicista, anarchico, da poco diventato padre. Sullo sfondo il Chianti, e nello specifico, un casolare, luogo da cui partire per le tournée e dove tornare, posto magico in cui dare forma alle composizioni.
Oltre a canzoni originali, pezzi dei Pink Floyd, di Fabrizio De André, dei Queen, che entrano nella struttura della storia”.
Cantautore, compositore e scrittore calabrese doc, Carmine Torchia, sin dagli esordi, ha conquistato la critica musicale d’autore di nicchia e non solo. Nei suoi testi, la teatralità, la musica e le parole si fondono e si confondono con gli schizzi, le tele, gli aforismi. Nato nel 1977 a Catanzaro, cresciuto a Sersale, trasferitosi a Milano ed oggi trapiantato in Toscana, Carmine ha aperto i concerti di importanti gruppi musicali e di artisti italiani tra cui: Stefano Rosso, Peppe Voltarelli, Niccolò Fabi, Eugenio Bennato, Moltheni, Tonino Carotone, Andrea Chimenti, il Parto delle nuvole pesanti.
Artista poliedrico e poeta narrante ed errante descrive la musica come “una delle modalità espressive, forse la più congeniale al suo stile, utilizzata per dare forma alle idee”. Senza tuttavia omettere di ricordare che poco importa se “
a rendere l'idea” siano colori, disegni, misure, note, parole. Un vero culto per la canzone d’autore che, unito a quello per l’arte, caratterizza l’intero excursus artistico del compositore quarantenne di Sersale. Architetto di formazione, Carmine Torchia, dalle pagine del suo official site, definisce così il suo rapporto con l’architettura e la musica: “
Ho studiato a Reggio Calabria e posso dire di essere diventato un architetto in maniera alquanto distratta, visto che la musica aveva risucchiato - e continua a farlo - gran parte delle mie energie. Dopo la laurea mi ci vollero almeno un paio di anni per capire che, in fondo, avevo scelto bene a fare quel tipo di studi, almeno stando all'interesse che continuo ad avere nei confronti del dibattito architettonico contemporaneo. E poi la pittura, il disegno, l'aforisma. Non che abbia inventato qualcosa di nuovo, più semplicemente ho compreso che quando non si muovono le cose intorno a te, devi muoverle tu”.

Tredici canzoni sotto forma di lettere mai spedite, accompagnate da una cover di Léo Ferré, giudicate dalle riviste di settore maggiormente apprezzate della critica musicale come puro rock d’autore a cui si accostano complessi arrangiamenti strumentali che esaltano il timbro di una voce allusiva e suadente. Il suono cede il passo alle parole, contribuendo ad allargare la tensione emotiva dell’uditorio, grazie alla combinazione vincente di ballate acustiche, nenie dialettali calabresi, archi, violini e richiami elettronici. Vincitore del
Premio SIAE e di due rassegne del
Premio AFI a
Musicultura, rassegna che premia le nuove tendenze della musica popolare e d’autore, l’artista calabrese debutta nel 2008 con la pubblicazione dell’album
Mi pagano per guardare il cielo (Castorone). Dopo aver cantato e suonato per le strade e per i locali di un lungo viaggio chiamato
Piazze d’Italia sulle tracce di De Chirico, la sua esperienza diventa un libro
(Prospettiva editrice), un cortometraggio e uno spettacolo teatrale. “
Piazze d'Italia, che ha preso in prestito il nome dall'omonima serie pittorica di Giorgio de Chirico, risalente agli anni Dieci del Novecento, ha voluto essere un omaggio a colui che, spogliando le città, le ha rese nella loro assoluta e metafisica verità, riuscendo a svelare l'enigma dell'uomo e del mondo. De Chirico rappresenta senza dubbio l'artista che, assieme ad Amedeo Modigliani, ha maggiormente influenzato la mia pittura. Mi sono spostato in treno e in nave, percorrendo la penisola e le isole annesse: circa 9000 km in 130 ore di viaggio.
Poi, una volta giunto nelle città, durante il giorno ho suonato nelle piazze, per i passanti; ho tratto, attraverso schizzi di studio superveloci, pensieri istantanei, il materiale buono per alcune idee future; la sera invece ho suonato nei locali che di volta in volta mi hanno ospitato”. Si lascia appassionare da
Sfera – musica/teatro intorno a Lorenzo Calogero, lavoro di Arianna Lamanna e Franco Còrapi sul poeta calabrese, da
Tavole imbandite, spettacolo-concerto sulle arti culinarie attraverso canti e racconti d’autore dalle forti reminiscenze popolari ideato da Ermelinda Bonifacio. Ed ancora:
Alterazioni (2010, Evento Area),
Bene (2013, Rurale/Audioglobe), album anch’esso cantato e raccontato un anno dopo come riduzione teatrale del disco omonimo. Basta ascoltare i testi del cantautore calabrese per comprendere alla perfezione il sostrato culturale che attraversa ogni traccia, ogni ritmo. Eleganti armonie di suoni e vibrazioni si plasmano con le esigenze del teatro, della poesia e della storia. E’ il caso, per esempio, del brano intitolato
Col garofano e la spada. A Gabriel Garcia Márquez e Rafael Alberti. “
Un testo visionario: parla di un antieroe, di un personaggio strampalato uscito da qualche pagina di Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Márquez e che incontra le suggestioni poetiche di Rafael Alberti. Una sorta di Don Chisciotte che combatte per un ideale di giustizia contro le storture del mondo”. Ogni “pezzo” implica connotazioni politiche, sociali e popolari relative al nostro tempo. Un tempo che appare meno confuso grazie alle note dell’artista calabrese. Ecco perché, in calce all’articolo, invito i lettori ad ascoltare e visionare i video ufficiali di Carmine Torchia che, il prossimo 25 novembre, all'Ostello Bello di Milano, nell'ambito della Milano Music Week, presenterà dal vivo le canzoni del suo ultimo album in uscita con l'anno nuovo.